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WALL STREET: SCATTANO I SELL, INDICI IN DISCESA

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Avvio di seduta in calo per gli indici americani. Il Dow Jones perde lo 0.60% a 13344, l’S&P500 lo 0.52% a 1476, il Nasdaq lo 0.79% a 2580. Preoccupa il comparto del credito, non offrono alcun supporto i dati macro diffusi nel preborsa.

Catalazzatore negativo, la societa’ inglese di mutui ipotecari Northern Rock, nell’occhio del ciclone: e’ da oggi il piu’ grosso salvataggio di emergenza degli ultimi 30 anni da parte della Bank of England per una crisi di liquidita’. Il gruppo, il terzo in Gran Bretagna nel comparto dei mutui, con assets pari a $35 miliardi, e’ stato colpito dall’incremento dei tassi d’interesse ed e’ stato costretto a chiedere un mega-finanziamento alla Bank of England (di cui non si conosce l’importo) tagliando significativamente le previsioni sui risultati fiscali. Il titolo Northern Rock e’ crollato -26%.

La notizia arriva come una doccia fredda per i mercati, dopo una settimana positiva caratterizzata da buone news dalle aziende americane e dalla speranza di un taglio dei tassi d’interesse da parte della Fed martedi’ prossimo. L’indice S&P500 aveva registrato un progresso del 2% nelle ultime quattro sedute spinto da questo mix di scenari ottimistici.

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Gli operatori restano fiduciosi sul varo di una politica monetaria “accomodante” da parte della Fed. Il problema sta nel fatto che la Banca Centrale americana fino a questo momento ha offerto solo segnali contrastanti. Da un lato intende mantenere un buon livello di liquidita’, dall’altro continua a ritenenrsi preoccupata dall’inflazione ed imputa la causa dell’attuale situazione alle cattive politiche adottate nella concessione dei prestiti.

I dati giunti in mattinata dal fronte macro non hanno offerto alcun supporto. Preoccupa gli operatori il contenuto rialzo delle vendite al dettaglio, pari a +0.3% contro lo 0.5% atteso, peraltro originato dalla forza nel comparto dell’auto. Esclusa tale componente infatti l’indicatore e’ risultato in ribasso dello 0.4%. Positiva la lettura dei prezzi all’importazione, scesi per la prima volta da gennaio, non sufficiente comunque ad arginare le perdite sull’azionario. Leggermente inferiore alle attese, infine, il dato sulla produzione industriale di agosto.

Sul fronte societario, a pesare sulla performance dell’indice industriale potrebbero essere anche i commenti negativi espressi riguardo a due blue chip componenti del Dow Jones.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico il greggio arretra dai nuovi massimi registrati ieri. I futures con consegna ottobre sono ora in ribasso di 47 centesimi a quota $79.62 al barile. Sul valutario, l’euro e’ in flessione rispetto al dollaro a 1.3871. In discesa anche l’oro: i futures con consegna dicembre vengono scambiati a $715.50 all’oncia, in ribasso di $2.40. Recuperano infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.4210%.