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WALL STREET SALE ANCORA, INFLAZIONE SOTTO CONTROLLO

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All’indomani della decisione della Federal Reserve di lasciare invariati i tassi d’interesse al 5.25%, i listini americani hanno proseguito sulla strada dei rialzi, spinti dagli ultimi dati macro che hanno segnalato un raffreddamento delle pressioni inflazionistiche. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.41% a 12673 (nuovo record e quinto del 2007), l’S&P500 e’ salito dello 0.54% a 1445 (massimo di sei anni), il Nasdaq e’ avanzato dello 0.18% a 2468.

Molto alto il volume di scambi: 2.91 miliardi di azioni sono passate di mano al New York Stock Exchange, con i titoli in rialzo che hanno battuto quelli in ribasso per un margine di 8 a 3. Il volume sul Nasdaq ha raggiunto i 2.22 miliardi di azioni scambiate, rialzi battono ribassi 5 a 3.

Nel mese di dicembre la spesa al consumo e’ cresciuta dello 0.7% e il reddito personale e’ avanzato dello 0.5%, rispettando le attese degli analisti. Ad incoraggiare gli operatori e’ stata pero’ la lettura dell’indice dei prezzi al consumo: la versione “core” ha inaspettatamente registrato una modesta variazione positiva, pari a +0.1%, riaprendo le speranze di un possibile taglio del costo del denaro da parte della Fed nel prossimo futuro.

Segnali incoraggianti sono emersi anche dal mercato del lavoro, con le nuove richieste di sussidi da parte dei disoccupati scese di 20 mila unita’ a quota 307 mila, ad un livello inferiore rispetto a quello atteso dagli analisti (135 mila).

Ma a mettere un freno agli acquisti e’ stata l’ulteriore contrazione del comparto manifatturiero nel mese di gennaio. L’indice ISM ha registrato un calo a 49.3 punti dai 51.4 di dicembre, risultando inferiore alle attese del mercato.

A limitare l’avanzamento del Nasdaq sono state principalmente le prove deludenti dei colossi Google ([[GOOG]]) e Comcast ([[CMCSA]]). Il titolo del motore di ricerca n. 1 del mondo e’ arretarto di circa il 3% dopo aver riportato una buona trimestrale che non ha pero’ impressionato gli investitori, preoccupati da un incremento dei costi di gestione.

In rosso anche l’operatore televisivo via cavo dopo aver diffuso un bilancio inferiore alle stime degli analisti. Neanche il colosso informatico Dell ([[DELL]]) e’ riuscito ad avanzare, lasciando sul terreno il 5% registrato in apertura sulle notizie del cambio ai vertici del gruppo che vedra’ il fondatore Michael Dell ricoprire il ruolo di amministratore delegato al posto di Kevin Rollins. Giornata no anche per la rivale nel comparto PC Hewlett-Packard ([[HPQ]]) arretrata di circa due punti percentuali.

In controtendenza il gigante petrolifero Exxon Mobil ([[XOM]]), aiutato dagli ultimi risultati trimestrali: il gruppo ha riportato un calo dei profitti, infiriore comunque alle stime. Dopo la chiusura occhi puntati sui bilanci del colosso retail online Amazon.com ([[AMZN]]).

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Quanto durera’ il rialzo? “Cosa fare adesso non e’ semplicissimo, soprattutto per i trader che operano sul breve termine”, spiega Ken Tower, chief market strategist di CyberTrader; “siamo ai top assoluti, ma le small e mid-cap salgono e sfondano, il gruppone dei tecnologici e’ ancora indietro”.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico il petrolio ha ritracciato da un massimo giornaliero di $58.85 per chiudere in ribasso di 84 centesimi a quota $57.30 al barile.

Sul valutario, euro in lieve calo nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio e’ a quota 1.3020. L’oro ha continuato a salire. I futures con scadenza aprile sono avanzati di $5.10 a $663. In ribasso, infine, i titoli di Stato Usa. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.8370% dal 4.8260% di mercoledi’.