Società

Wall Street ritrova fiducia, S&P 500 al top di 2 anni

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Un mix tra dati macro e notizie societarie ha permesso ai listini americani di chiudere quasi sui massimi di giornata, anche se gli incrementi sono inferiori al punto percentuale.

Ieri, per esempio, e’ stato il quinto giorno consecutivo in cui il Dow si e’ mosso per meno di 20 punti, il piu’ lungo arco temporale dall’ottobre 2006. “Le persone non vogliono prendere una vera posizione ad alti livelli ma nello stesso tempo non vogliono abbandonare il mercato”, ha spiegato a Marketwatch Brian Lazorishak, portfolio manager per Chase Investment Counsel.

Non ha caso da lunedi’ il Dow ha guadagnato lo 0.3% mentre e’ salito dell’1.8% il Nasdaq. Su dell’1.3% l’S&P 500, ai massimi da due anni.

La fiducia dei consumatori a dicembre (dato preliminare) misurata dall’Universita’ del Michigan si e’ portata ai massimi di giugno ma resta sotto i livelli pre-crisi.

La bilancia commerciale a ottobre e’ risultata migliore delle stime grazie a esportazioni al top da due anni. Sopra le attese anche i prezzi all’import, ai massimi del novembre 2009.

Dal fronte societario, la conglomerata General Electric (GE) ha alzato il dividendo del 17%. Si tratta del secondo incremento quest’anno. Stessa scelta da parte di Honeywell: in questo caso la revisione al rialzo e’ stata del 10%. Si segnala il rally di oltre il 50% per Tenet Healthcare (THC) dopo aver rifiutato l’offerta di acquisto da parte di Community Health Systems (CYH), che aveva messo sul piatto $6 per azione in contanti e titoli. Si tratta di un premio del 40% rispetto alla chiusura di ieri.

Sul fronte valutario l’euro ha oggi ceduto lo 0.09% a quota $1.3227. Complici rinnovati timori sul debito sovrano nell’Eurozona, ha perso in settimana l’1.4% circa mentre l’indice del dollaro ha guadagnato l’1%. Si tratta della quarta ottava di rialzi su cinque. L’incremento contro lo yen e’ stato dell’1.7%, il massimo da settembre.

Il rendimento dei Treasury a lunga scadenza ha messo a segno la migliore cinque giorni da inizio anno spingendo al ribasso i prezzi. Una settimana fa il decennale valeva 3.02%, oggi ha chiuso la seduta al 3.315% raggiungendo i valori di giugno. Il primo movimento al rialzo e’ arrivato all’indomani dell’accordo tra Repubblicani e amministrazione Obama sull’estensione dei tagli alle tasse. Il balzo dei titoli a due anni e’ stato il piu’ ampio dallo scorso dicembre mentre l’incremento per quelli a 30 anni ha raggiunto il top di meta’ ottobre.

A proposito di Treasury, Morgan Stanley ha rivisto al rialzo le stime sul rendimento del decennale: al 3.25% dal 3% per fine 2010 e al 4% dal 3.75% per fine 2011. La spiegazione del recente incremento e’, secondo l’ufficio studi, piu’ legato alle prospettive per l’economia che non alle preoccupazioni sul budget.

L’andamento dei titoli di stato Usa e’ monitoraro anche alla luce del calendario degli acquisti che la Fed ha pubblicato in giornata: il mese prossimo dovrebbe comprare Treasury per $105 miliardi, in linea con le attese degli analisti.

Dal fronte delle materie prime, i futures con scadenza febbraio dell’oro hanno perso $8.20 a $1384.60, quelli a marzo dell’argento hanno perso 15.7 centesimi a $18.66, mentre il rame con consegna marzo hanno guadagnato 2.6 centesimi a $4.113. I i futures a gennaio del petrolio sono scivolati di $0.58 a $87.79, quelli del gas naturale hanno ceduto 2 centesimi a $4.45.

Si guarda anche alla Cina, che ha annunciato il rialzo di 50 punti base del coefficiente delle riserve obbligatorie per le banche, una mossa che sara’ effettiva dal 20 di dicembre. Si tratta del terzo aumento in cinque settimane e il sesto consecutivo quest’anno. A Pechino a tenere banco e’ il tema inflazione: il rapporto di domani dovrebbe annunciare per novembre un dato al 5.1%, massimo dal luglio 2008. Ecco perche’ continuano a circolare rumors su un imminente rialzo dei tassi da parte della banca centrale.