Il mercato perde un po’ di slancio sul finale, ma chiude comunque in buon rialzo in una giornata che e’ stata per lo piu’ incentrata sulle novita’ – nel complesso positive – sul fronte del debito sovrano europeo e sul mercato del lavoro americano. A offrire un contributo e’ anche l’outlook in miglioramento per il settore bancario, che infatti e’ tra i migliori insieme agli industriali.
A guidare al rialzo il paniere delle blue chip sono JP Morgan, Bank of America e Boeing, mentre Alcoa e Walt Disney sono schiacciate in fondo al paniere. In vista della pubblicazione delle trimestrali, le prospettive per le banche americane sembrano buone con i timori per i problemi del debito sovrano d’Europa che si sono placati. Il Dow guadagna cosi’ quasi 100 punti il giorno dopo una seduta di rialzi in concomitanza con l’avvio della stagione delle trimestrali. L’indice Vix di volatilita’ e’ sceso sotto l’area 17. I settori piu’ comprati sono energetici, industriali e, come gia’ sottolineato, finanziari.
E’ da ormai due mesi che si respira un cauto ottimismo sui mercati. Nessuno ha voglia di prendere rischi enormi, ma in generale gli acquisti hanno la meglio: in otto settimane i titoli azionari Usa hanno accumulato guadagni superiori all’8%. Nel frattempo il dollaro, che fino a mezz’ora fa stava trascorrendo una mattinata fin troppo tranquilla, ora perde terreno in particolare nei confronti dell’euro.
In ambito macro, reazione pressoche’ nulla agli ultimi dati, che hanno visto un In Usa sul fronte macro il calendario ha visto la pubblicazione dei dati sui prezzi import che hanno visto un nuovo incremento in dicembre, mentre le richieste di prestito immobiliare sono salite nell’ultima settimana, con i tassi di interesse che invece sono scesi dai massimi toccati di recente.
Ma e’ stato il Beige Book, il rapporto della Fed sulle condizioni economiche degli Usa, regione per regione, a riportare un po’ di fiducia tra gli investitori. Sono infatti stati riscontrati segnali di miglioramento nel mercato del lavoro in buona parte dei distretti presi in esame, con le aziende che non si limitano piu’ solo ad assumere per coprire le posizioni rimaste vacanti.
Tornando a parlare di Europa, per la verita’ l’esito dell’asta portoghese e’ stato a due facce. Lisbona si e’ svenata per la scadenza a 3 anni e invece ha visto un ribasso dei rendimenti per i titoli a consegna 2010. Anche Germania e Spagna hanno riscontrato un buon livello di domanda nelle loro rispettive emissioni di titoli del debito.
“L’asta e’ la dimostrazione che per il momento il Portogallo e’ ancora in grado di accedere ai mercati finanziari, anche se a un prezzo”, osserva quando raggiunto per un commento da Marketwatch Paolo Pizzoli, economista di ING Bank. E’ indubbio, tuttavia, che i livelli estremamente alti dei rendimenti, restano un motivo di preoccupazione, essendo essi infatti non sostenibili per un paese che gia’ di suo deve far fronte a sfide fiscali importanti quest’anno. Secondo gli analisti, inoltre, gran parte del successo dell’asta ha a che vedere con il ruolo molto piu’ attivo che ha assunto la Banca Centrale Europea negli ultimi giorni. L’istituto sta comprando bond lusitani da un po’ di tempo, nel tentativo di abbassare i rendimenti.
Cosa vuol dire l’esito in chiave futura? Probabilmente che il Portogallo non avra’ bisogno di essere salvata da Ue e Fmi, come gia’ capitato alla Grecia e all’Irlanda, ma alcuni analisti sostengono che sia troppo presto per scartare l’ipotesi. Anzi, per ammissione della stessa amministratrice del Banco de Portugal, Teodora Cardoso, un aiuto esterno renderebbe molto piu’ facile la vita di Lisbona. Come a dire “non lasciateci da soli a doverci confrontare con i mercati”, l’esito potrebbe non essere piacevole.
Tra le piazze finanziarie europee, hanno guidato il rally Grecia, Italia e Spagna, protagoniste di performance da ricordare tra il 3% e il 4%. Madrid ha festeggiato l’esito positivo di un’asta di bond che ha riscontrato una buona domanda. Bene e’ andata anche l’emissione di bund tedeschi. Cio’ ha permesso alle acque agitate nei mercati degli spread e dei cds delle nazioni periferiche dell’area euro di placarsi.
Sugli altri mercati i futures sul petrolio con consegna febbraio del petrolio salgono di 72 centesimi a quota $91,86 il barile, ai massimi di due anni. Dopo una seduta difficile, che lo aveva visto scivolare sino a quota $1.376 l’oncia, il derivato con scadenza febbraio dell’oro avanza di $1,5 a $1.385,80. Sul fronte valutario, l’euro sale a $1,3136 (+1,25%). Quanto ai Treasury, i titoli a dieci anni mostrano un rendimento del 3,355%, in rialzo di 1,4 punti base.