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Wall Street riduce le perdite sul finale, buy sulle blue chips

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New York – Wall Street riduce i cali nel finale, con gli investitori alla ricerca di opportunità dopo i recenti sell.

In chiusura il Dow Jones sale +19,61 punti (+0,15%), a quota 13.145,82 punti, mentre lo S&P500 scende di -2,26 punti (-0,16%), a 1.403,28. Sell anche sul Nasdaq, che cede -9,60 punti (-0,31%), a 3.095,36.

I mercati scontano l’acuirsi dei timori sulla sostenibilità della ripresa americana. Una ripresa che esiste, visto che nel quarto trimestre del 2011 il ritmo di crescita del prodotto interno lordo è stato il più forte in più di un anno.

Ma in un momento in cui lo stesso presidente della Fed Ben Bernanke mette in guardia sulla possibilità che i numeri positivi relativi all’occupazione finora pubblicati non durino nel lungo termine, gli investitori pretendono che tale ripresa sia più convincente.

Soprattutto, si guarda con preoccupazione alle componenti dell’indicatore che, pur facendo +3% negli ultimi mesi dello scorso anno, mette anche in evidenza che la componente degli utili aziendali, con un timido rialzo dello 0,9% su base trimestrale, ha riportato l’incremento più basso dall’ultimo trimestre del 2008. Aumentano dunque i rischi che gli investimenti aziendali e di conseguenza l’occupazione rallentino il passo.

Tra i titoli che si mettono sotto i riflettori Bank of America, -2,26% e in generale i bancari e finanziari come JPM -1,30%, American Express -1,98%. L’indice di riferimento Financial Select Sector, che rispecchia la performance dei finanziari scambiati sullo S&P 500, è in flessione. Morgan Stanley -2,47%. Lo S&P500 riesce a mantenere la soglia psicologica dei 1.400 punti.

La Sec sospende temporaneamente le contrattazioni di 10 titoli, sia per eccesso di rialzo che di ribasso: si tratta di Advanced BioPhotonics (ABPH), Advanced Viral Research Corp (ADVR), Brantley Capital (BBDC), Brilliant Technologies (BLLN) che è arrivata a perdere più dell’11%; 4C Controls (FOUR); 2-Track Global (TOTG, dopo un tonfo superiore al 92%); Angstrom Microsystems (AGMS -25%); Bedmister National (BMSTA, dopo +275%); Brake Headquarters USA (BHQU +66,67%); e BrandPartners Group (BPTR).

Male anche i tecnologici, con l’indice dei semiconduttori Philadelphia Semiconductor che cede l’1% circa. Tra gli altri hi-tech, giù Hewlett-Packard -0,30%, Dell +0,51%, Apple -1,26%, mentre balza Red Hat, titolo migliore dello S&P, con +19,54%: i mercati accolgono con favore le previsioni della società migliori delle attese, diffuse nella giornata di ieri. Giù gli energetici, con Valero Energy -2,45% e Total -1,21%.

“Le aziende rimarranno molto caute nell’assumere staff in modo permanente e nell’investire in nuove attrezzature – ha commentato in una intervista a Bloomberg Marl Vitner, economista senior presso Wells Fargo Securities a Charlotte, nello stato del North Carolina – Il dato (relativo al Pil) solleva dubbi sulla sostenibilità dell’economia, non così solida come molti speravano”.

Restando in tema di mercato del lavoro Usa, non ha convinto neanche l’altro dato reso noto contestualmente al Pil, quello delle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione; è vero che il numero – e anche la media delle ultime quattro settimane – viaggia al minimo degli ultimi quattro anni. Tuttavia gli analisti avevano aspettative più rosee.

I due indicatori mettono sotto pressione anche le borse europee, che già si erano allineate alla performance negativa di quelle asiatiche. Da segnalare che il listino azionario cinese è scivolato al minimo delle ultime 11 settimane.

Importante alle 18.45 il discorso del chairman della Federal Reserve, Ben Bernanke, sulle conseguenze post-crisi.

In ambito valutario, l’euro in calo sul dollaro a $1,3298, scivolando contro lo yen a JPY 109,61. In una giornata in cui gli investitori cercano rifugio nella valuta nipponica, il rapporto dollaro/yen è in flessione a JPY 82,43.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio riprendono a scivolare a quota $102,78 al barile, mentre le quotazioni dell’oro arretrano a $1.652,20 l’oncia. Quanto ai Treasury, i rendimenti a 10 anni scambiano in calo al 2,159%.