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WALL STREET RIDUCE LE PERDITE NEL FINALE

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Gli indici americani hanno chiuso in calo, anche se lontani dai peggiori livelli giornalieri, una seduta dominata in gran parte dai timori per una nuova impennata dell’inflazione, che potrebbe portare la Fed ad alzare nuovamente i tassi d’interesse. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.26% a 11950, l’S&P500 lo 0.37% a 1364, infine il Nasdaq e’ arretrato dello 0.80% a 2344.

A limitare le vendite nel finale, e’ stato l’ultimo rapporto giunto dal comparto immobiliare, sulla fiducia dei costruttori. Nel mese di ottobre il dato e’ risultato in leggero aumento, in segno di una possibile stabilizzazione del settore.

Ad innervosire gli investitori era stato pero’ gia’ prima dell’apertura l’ultimo dato sui prezzi alla produzione di settembre, ed in particolare la versione “core”, che non tiene conto delle componenti piu’ volatili come cibo ed energia. L’indicatore e’ schizzato dello 0.6%, registrando il maggiore incremento dal gennaio 2005, risultando ben superiore alle attese degli analisti pari a +0.2%.

Il fatto ha risollevato le paure di un’accelerazione delle pressioni inflazionistiche, sorvegliate speciali della Banca Centrale per le decisioni di politica monetaria. Mercoledi’ saranno disponibili i dati sui prezzi al consumo, che potrebbero aver una maggiore influenza: le attese sono per un calo dello 0.3% e per un incremento dello 0.2% dell’indice “core”.

Dagli altri dati in calendario e’ emerso anche un rallentamento della produzione industriale nello stesso mese, con l’indicatore sceso dello 0.6%, in misura maggiore delle previsioni pari a –0.1%.

Le vendite si sono comunque concentrate sul comparto tecnologico, indebolito dai commenti negativi espressi su Intel ([[INTC]]) e Yahoo! ([[YHOO]]) proprio in vista della comunicazione dei risultati trimestrali, che avverra’ per entrambe dopo la chiusura. Goldman Sachs ha tagliato il rating sul colosso dei chip da Buy a Neutral, citando considerazioni sull’attuale valutazione del titolo. Per gli analisti della banca, il gruppo continuerea’ a recuperare quote di mercato, ma tale fattore e’ gia’ scontato nell’attuale target price di $22.

Tra le societa’ che hanno riportato le trimestrali in giornata, hanno battuto le attese degli analisti, la farmaceutica Johnson & Johnson ([[JNJ]]), la banca d’affari Merrill Lynch ([[MER]]) e il colosso degli strumenti per ufficio Office Depot ([[ODP]]). Buoni anche i numeri di United Technologies ([[UTX]]), che pero’ ha assistito ad un calo del titolo anche dopo aver migliorato le stime sugli utili dell’intero anno.

Sul fronte delle fusioni ed acquisizioni societarie, il Chicago Mercantile Exchange ([[CME]]) ha raggiunto un accordo per rilevare il Chicago Board of Trade ([[BOT]]) per un totale di $8 miliardi da pagarsi in cash ed azioni. L’operazione darà vita alla maggiore società nel mercato dei derivati.

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Sugli altri mercati, nel comparto energetico, il greggio ha chiuso in ribasso dopo essersi spinto nelle prime battute oltre i $60. I futures con scadenza novembre sono arretrati di $1.01 a quota $58.93 al barile, sulle prospettive di un nuovo incremento delle scorte e a causa dell’incertezza sul meetind straordinario dell’OPEC convocato per giovedi’.

Sul valutario, in lieve rialzo l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di $1.2544. Inverte rotta l’oro. I futures con scadenza dicembre sul metallo prezioso sono scesi di $5.00 a $593.50 all’oncia. In rialzo i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.7780% dal 4.7880% di lunedi’.