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WALL STREET RIDUCE LE PERDITE MA RESTA LA CRISI

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Dopo la brutta apertura i listini azionari americani hanno ridotto le perdite mentre gli operatori continuano a digerire la decisione straordinaria della Fed di abbassare il costo del denaro di 75 punti base al 3.50%. A meta’ giornata il Dow Jones, che perdeva oltre 400 punti in avvio, cede lo 0.84% a 11997, l’S&P500 lo 0.95% a 1312, il Nasdaq arretra dell’1.70% a 2300.

Per tentare di limitare l’ondata di vendite in avvio (dopo i forti cali in Europa ed Asia) la Banca Centrale, con una manovra d’emergenza senza precedenti negli ultimi 7 anni, ha ridotto a mercati aperti i tassi sui fed funds dello 0.75%, abbassandoli dal 4.25% al 3.50%. Si tratta del piu’ forte taglio dei tassi da parte della Fed degli ultimi 25 anni, l’ultimo di questa portata risale all’agosto 1982. La decisione conferma quanto gravi siano gli sbilanci e disequilibri sul mercato finanziario americano, per via della crisi creditizia innescata dal calo immobiliare e dai mutui subprime.

La mancata reazione iniziale aveva spinto alcuni operatori ad avanzare il rischio del crash per Wall Street, perche’ il drammatico ribasso dei tassi da parte della banca centrale (il piu’ forte dall’agosto 1982) avrebbe dovuto avere l’effetto di arginare il panic selling in maniera molto piu’ tempestiva di quanto avvenuto.

“C’erano pochi dubbi sul fatto che la Fed non avrebbe aspettato fino al meeting della prossima settimana, se non fosse stato per le condizioni dei mercati azionari” commenta Ian Shepherdson, chief economist di High Frequency Economics. “Questa mossa non riaggiusta tutto in un attimo, anzi. L’economia Usa deve ancora fronteggiare la recessione, ma almeno adesso sappiamo che la Fed l’ha capito”.

La decisione segue l’ondata di vendite in Europa e in Asia sviluppatasi nella giornata di ieri sui timori di un ingresso dell’economia in una fase di recessione. Da Londra a Sidney tutte le borse mondiali (giornata di chiusura per New York per la ricorrenza del Martin Luther King Day) avevano riportato cali compresi tra il 5% e il 7%. In soli due giorni il Nikkei 225 (Tokyo) ha lasciato sul terreno il 10%, Il DAX-30 tedesco e’ sceso dell’8%.

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Nel caso di un proseguimento dello scivolone, il comparto azionario Usa potrebbe entrare in una fase di mercato “orso”, segnando un calo complessivo di oltre il 20% dai recenti massimi. L’indice S&P500 e’ in ribasso del 16% dal top dell’ottobre 2007, il Composite e’ in calo del 18%.

Seppur sono stati evidenziati dei parallelismi tra il recente movimento dell’azionario e il crash del 1987, il Dow Jones Industrial dovrebbe arretrare di ancora 2700 punti per uguagliare il calo percentuale di allora. Alcuni analisti stanno comunque consigliando di incrementare l’esposizione sull’azionario poiche’ alle attuali condizioni il mercato appare in una chiara condizione di ipervenduto nonostante la minaccia della recessione. Tuttavia in recessione le borse sottoperformano sempre, secondo la statistica storica.

A livello settoriale le migliori performance sono segnate dai comparti: Home Improvement Retail +7.9%, Department Stores +6.0%, Retail REITS +5.7%, Thrifts & Mortgages +5.4%, and Home Furnishings +5.3%. Tra i piu’ forti ribassi: Life Science Tool Services -6.5%, Education Services -5.3%, Oil & Gas Storage & Trading -5.0%, Managed Healthcare -4.7%, and Fertilizer & Agricultural Chemicals -4.6%.

Alle 12.30 E.T. il volume di scambio e’ di 1.110 miliardi di pezzi al NYSE e 1.418 miliardi al Nasdaq. I titoli in rialzo contro quelli in ribasso sono 990 a 2142 al Nyse e 858 a 2069 al Nasdaq. I nuovi massimi contro i nuovi minimi delle ultime 52 settimane sono: 4 a 235 al NYSE e 0 a 341 al Nasdaq.

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