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WALL STREET: RIALZISTI ALL’ATTACCO CON BERNANKE

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Apertura in forte rialzo a Wall Street grazie all’ultimo intervento del presidente della Fed, Ben Bernanke, che ha risollevato le speranze di un nuovo taglio al costo del denaro. Nel primi minuti di scambi il Dow Jones guadagna lo 0.82% a 13420, l’S&P500 lo 0.81% a 1481, il Nasdaq sale dello 0.96% a 2693.


Dietro l’ottimismo iniziale ci sono le parole del capo della Banca Centrale americana che hanno indicato un nuovo taglio del costo del denaro al meeting di dicembre. Per il capo della Banca Centrale le nuove turbolenze createsi nel comparto finanziario stanno avendo un effetto di rallentamento sull’economia e sui consumi. Nei giorni scorsi era stato l’intervento del Vice Presidente Kohn a innescare il forte rally dei listini ((il migliore di quasi 5 anni).

L’eventuale continuazione della politica accomodante da parte della Fed porterebbe i fed funds al 4.25% dal 4.50% attuale (considerando un taglio di 25 punti base): cio’ offrirebbe maggiore elasticita’ sia alle grosse banche (negli ultimi mesi finite nel ciclone dei mutui subprime) che ai consumatori.

A reagire in modo particolarmente positivo in giornata potrebbe essere l’intero comparto bancario. Riflettori puntati su Morgan Stanley (MS) dopo l’annuncio delle dimissioni del Co-Presidente Zoe Cruz. La banca ha riportato perdite per $3.7 miliardi nei giorni scorsi a causa della forte esposizione sul rischioso business dei mutui.

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A contribuire al forte rialzo iniziale dei listini e’ anche il brusco calo del petrolio, riportatosi sotto la soglia dei $90 al barile. Nelle contrattazioni elettroniche i futures con consegna gennaio segnano un ribasso di $2.21 a $88.80.

Le previsioni di un taglio del costo del denaro hanno anche offuscato la brutta trimestrale di Dell (DELL) che in altre circostanza avrebbe potuto avere l’effetto di trascinare al ribasso i comparti tecnologico e retail. Il colosso informatico ha riportato un aumento dei profitti del 27% nell’ultimo trimestre, non sufficiente a rispettare le attese degli analisti. Il titolo e’ arretrato del 10%.

Contenuto l’impatto dei primi dati macroeconomici. Nel mese di ottobre sia il reddito personale che la spesa sono cresciuti dello 0.2%, in misura inferiore alle attese. L’indice sull’inflazione “core” e’ risultato in rialzo dello 0.2% anch’esso, portando il tasso annuale all’1.9%. In calendario sono ancora presenti gli aggiornamenti sul Chicago PMI e sulla spesa per le costruzioni.

Sugli altri mercati, sul valutario, l’euro e’ in lieve recupero nei confronti del dollaro a quota 1.4764. L’oro arretra di $3.10 a $799.20 all’oncia. In calo i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.0380%.

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