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WALL STREET RESISTE SOSPINTA DA BANCHE E IBM

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Con una discreta accelerazione nel pomeriggio i listini si sono riportati in territorio positivo, favoriti dai guadagni delle banche e di alcuni big che riporteranno i conti fiscali in settimana, tra cui International Business Machines.

Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.67% in area 11092.05, il Nasdaq ha ceduto un marginale 0.05% a quota 2480.11, l’S&P 500 ha invece registrato un rialzo dello 0.45% a 1197.52 punti.

I mercati sono stati depressi per maggior parte della seduta odierna, nonostante i conti superiori al previsto di Citigroup e ai segnali positivi giunti dal fronte macroeconomico. Tutto cio’ dopo che venerdi’ i listini sono caduti vittima della peggiore seduta da febbraio.

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Nelle sale operative si e’ temuto per l’impatto che avranno sul mercato le accuse di frode mosse dalla SEC contro Goldman Sachs, ma la prima reazione di Wall Street sembra decisamente positiva (la Sec non ha abbastanza armi per buttar giu’ la potente banca newyorkese). Nel frattempo i prezzi del petrolio sono scivolati in area $81 al barile, messi sotto pressione dalle prospettive di un indebolimento della ripresa economica, in parte a causa dello scandalo Goldman, ma sopratutto per le implicazioni che avranno i ritardi dei voli in Europa.

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La maggior parte degli aeroporti del Vecchio Continente sono ancora chiusi per colpa della cenere presente nei cieli e sollevata dall’eruzione di un vulcano in Islanda. Sell-off anche sull’oro, con i contratti con scadenza maggio che sono scivolati sui minimi di due settimane.

L’indice CBOE della volatilita’, considerato la cifra piu’ attendibile per misurare il livello di paura dei mercati, e’ salito sino a toccare quasi i 20 punti, prima di retrocedere sotto quota 19.

Oggi era in calendario solo un dato macroeconomico di rilievo, il superindice, che ha fatto un balzo record dell’1.4% in marzo, sopra le attese.

A livello settoriale le banche hanno iniziato a recuperare terrenonelle ultime ore di contrattazioni, ma Bank of America e JP Morgan hanno chiuso comunque in rosso, schiacciate nei bassifondi del Dow. Il benchmark XLF ha guadagnato lo 0.9%.

Tuttavia alcuni analisti hanno detto di rimanere rialzisti sul comparto, anche dopo lo scandalo Goldman: il target price di Bank of America e’ stato alzato da almeno 5 broker differenti.

Intanto Citigroup ha registrato un progresso di quasi il 6% dopo che l’istituto ha battuto nettamente le attese sia sul fronte del fatturato che dei profitti.

I titoli Goldman Sachs recuperano solo una piccola fetta delle perdite pesanti accumulate venerdi’, con Wall Street che continua a interrogarsi sulle implicazione che avra’ l’accusa di frode negli investimenti sui mutui subprime avanzata dall’autorita’ di controllo dei mercati. Gli analisti di FBR hanno rimosso i titoli della banca dalla loro Top Picks list. Ancora non e’ dato conoscere i parametri nel dettaglio delle indagini, ma anche in Gran Bretagna e Germania stanno prendendo in considerazione muovere accuse contro la casa d’affari.

Gli utili societari all’infuori della sfera finanziaria hanno offerto uno spunto per gli acquisti. Il gigante farmaceutcio Eli Lilly ha fatto meglio del previsto con un utile per azione pari a $1.13, anche se ha avvertito che la riforma del sistema di assistenza sanitaria potrebbe ridurre il fatturato.

Avanzano le azioni di Halliburton, dopo che la seconda maggiore azienda di servizi petroliferi al mondo ha riportato un calo del 46% dei profitti a causa della debolezza della domanda proveniente dall’America Latina. I titoli IBM corrono in vista della presentazioni delle cifre trimestrali, che avverra’ oggi a mercati chiusi.

Un’altra seduta sull’ottovolante per Palm. Uno dei principali dirigenti ha rassegnato le sue dimissioni e diversi analisti hanno sollevato dubbi circa l’evenutale acquisizione della societa’. Intanto la casa automobilistica General Motors ha annunciato che restituira’ al governo $4.7 miliardi di prestiti prima del previsto.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio restano sui minimi di tre settimane. I futures con consegna maggio si muovono in ribasso di $1.79 attestandosi a quota $81.45 al barile. Sul valutario la moneta unica scivola a quota $1.3485 (-0.13%). L’oro cede $1.1 in area $1135.20 circa. Il rendimento sul benchmark decennale si attesta al 3.8100%, in progresso di 3.7 punti base rispetto a venerdi’ scorso.