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WALL STREET REGGE, EVITATO IL SELL-OFF PRE-WEEKEND

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I listini azionari americani hanno chiuso la seduta contrastati e comunque non in forte calo come invece avevano lasciato pensare i pessimi dati giunti nelle prime ore di contrattazioni. La frenata del comparto manifatturiero e il crollo della fiducia dei consumatori sembravano dovessero far proseguire gli indici sulla strada dei ribassi. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.23% a 12348, l’S&P500 ha guadagnato lo 0.08% a 1349, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.46% a 2321. Il calo giornaliero non e’ stato dunque sufficiente a guastare le performance settimanali che sono di +1.4% per Dow ed S&P e +0.7% per il listino tecnologico. A mettere alcune pressioni ai listini sono state anche le ultime parole dell’ex capo della Fed, Alan Greenspan, sull’attuale stato dell’economia, e alcuni warning societari.

Nel mese di febbraio l’attivita’ manifatturiera nell’area di New York ha mostrato un crollo
a -11.7 punti, sorprendendo gli economisti che si attendevano una contrazione piu’ contenuta, a 7 punti. Il dato e’ significativo poiche’ segue la frenata evidenziata nei giorni scorsi nella zona di Philadelphia (-20.9 punti). Poco rassicuranti anche i dati sull’inflazione: a gennaio i prezzi alle importazioni sono balzati dell’1.7% spinti dalle componenti del petrolio e dei generi alimentari. Preoccupante infine il dato preliminare sulla fiducia dei consumatori, slittato in misura nettamente superiore alle attese, ai minimi di 16 anni.

Gli operatori continuano a mostrare un’evidente preoccupazione sullo stato di salute dell’economia e sulle condizioni del comparto del credito. Il deterioramento delle condizioni del mercato potrebbe originare nuove svalutazioni per le istituzioni finanziarie. UBS ha stimato che le banche corrono il rischio di riportare ulteriori svalutazioni per $203 miliardi. Le perdite legate ai CDO (Collaterilized Debt Obligation) ammontano gia’ a $150 miliardi, ma la cifra potrebbe crescere di altri $120 mld, e le perdite legate ai SIV (Structured Investment Vehicles) potrebbero salire di altri $50 mld. Citigroup (C), la piu’ grossa banca americana, e’ arretrata dello 0.89%, American Express (AXP), leader nel business delle carte di credito, ha lasciato sul terreno l’1.10%.

La situazione non aiuta le societa’ bond insurer soprattutto dopo il taglio del rating sul credito di FGIC da parte dell’agenzia Moody’s. MBIA e Ambac Financial Group potrebbero vedersi tagliare il rating come e’ successo per FGIC.

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A gettar benzina sul fuoco sono state anche le parole dell’ex capo della Federal Reserve, Alan Greenspan, secondo cui l’economia statunitense e’ ormai sull’orlo della recessione. Per Greenspan, l’attivita’ economica negli Stati Uniti continuera’ a rallentare, almeno fino a che non verra’ raggiunta una stabilita’ nei prezzi delle case, il cui calo non si e’ ancora fermato.

A livello societario, nel comparto tecnologico, all’interno del Dow Jones si sono mossi al ribasso Intel (INTC) e Microsoft (MSFT). Best Buy (BBY) e Circuit City (CC) hanno trascinato l’intero comparto retail in rosso dopo che la prima ha ridotto le stime su utili e ricavi del 2008. In calo anche il colosso dei macchinari per le costruzioni, Caterpillar (CAT), che ha accusato la rimozione dalla “Focus List” della banca svizzera Credit Suisse.

In positivo si sono distinti i titoli della societa’ alimentare Kraft Foods e della casa farmaceutica inglese Glaxosmithkline (GSK). Motivo: Berkshire Hathaway, la societa’ dell’investitore miliardario Warren Buffett, ha assunto nuove posizioni sulle due aziende. “Ovviamente i titoli stanno salendo: c’e’ subito un effetto volano sulle societa’ scelte da Buffett” ha commentato Matt Kaufler, manager di Touchstone Value Opportunities Fund. Bene anche Campbell Soup, la societa’ alimentare specializzata in prodotti in scatola, grazie alle vendite migliori del previsto. In rally l’agenzia di viaggi online Priceline.com (PCLN), forte della trimestrale migliore del consensus.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico ha chiuso poco variato il petrolio. I futures con consegna marzo sono avanzati di 4 centesimi a $95.50 al barile. Sul valutario, l’euro estende il rialzo sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4678. In ribasso l’oro. I futures con consegna aprile sul metallo prezioso hanno chiuso in ribasso di $4.70 a $906.10 all’oncia. In recupero i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.78% dal 3.8180% di giovedi’.

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