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WALL STREET REGGE BENE DOPO LO SCROLLONE

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Wall Street registra a meta’ seduta un andamento molto piu’ positivo rispetto a quello che ci si sarebbe potuti aspettare dal pre-apertura e dal tonfo del 5% sulla borsa di Tokyo, il piu’ forte ribasso dall’11 settembre 2001.

Attorno alle 18:30 italiane, il Dow Jones cede lo 0,14% a 9.585,20 punti; il Nasdaq composite è in ribasso dello 0,80% a 1.882,91 punti, mentre lo S&P 500 è invariato a 1.030,29 punti.

In definitiva – pur non essendo del tutto archiviate tra gli operatori le preoccupazioni per un’eccessiva valutazione delle aziende, per la corsa degli indici Usa negli ultimi sei mesi e e infine per il contrastato andamento delle trimestrali – i ribassisti, da un risultato come l’attuale al Nyse e Nasdaq, sono fortemente delusi.

La borsa americana naviga tuttora nell’ incertezza pagando le previsioni tutt’altro che rosee delle aziende Usa che portano fra l’ altro con sé nuovi dubbi su un prossimo miglioramento dell’ occupazione.

A segnare il passo è soprattutto il Nasdaq composite che tuttavia, dopo il tonfo di ieri, limita i danni con perdite attorno al punto percentuale. Va meglio per il Dow Jones che accusa un ribasso più modesto così come lo S&P 500.

Quest’ ultimo dopo aver pagato ieri le brutte trimestrali delle case farmaceutiche, trova sostegno nel buon andamento di Eli Lilly promosso a “buy” da “hold”. A far soffrire il comparto hi-tech sono le notizie diffuse ieri nel dopo-borsa da Computer Associates International e dal big dei semiconduttori KLA-Tencor, che hanno previsto un calo delle vendite più consistente rispetto alle stime degli analisti.

Sul settore pesano anche la trimestrale di PeopleSoft (con perdite pari a 7,35 milioni di dollari), e le stime negative di un colosso come Sony che risente del calo della domanda. Una prospettiva che suggerisce ulteriori riduzioni dei prezzi e dei costi da parte delle aziende, e che sembra smentire i segnali di stabilizzazione del mercato del lavoro statunitense.

Le richieste settimanali di sussidio di disoccupazione si sono infatti nuovamente attestate sotto la soglia psicologica delle 400.000 unità (a 386.000). Ma appare difficile attendersi un effettivo miglioramento della dinamica occupazionale in grado di sostenere i consumi.

Le trimestrali della aziende americane confermano che i bilanci positivi sono perlopiù frutto del taglio dei costi (a partire dalla forza lavoro) per far fronte a vendite anemiche. Xerox, ad esempio, ha chiuso in utile il terzo trimestre grazie anche al drastico taglio di 17.000 posti di lavoro, mentre le vendite sono in flessione per il 14/mo trimestre di fila.

Quest’ anno, il taglio dei costi aziendali ha avuto un peso non marginale nella perdita di 336.000 posti di lavoro. E il futuro appare altrettanto incerto. Solo ieri, il big farmaceutico Merck ha annunciato il licenziamento di 4.400 impiegati.

Un segno delle difficoltà dell’ economia a stelle e strisce che, a dispetto di una crescita stimata nel quarto trimestre attorno al 6%, mostra l’ anomalia di una ripresa incapace di creare occupazione.

Venendo all’ andamento dei singoli titoli, Computer Associates perde 2,12 dollari a 23,03 dollari per azione; KLA-Tencor cede 4,69 dollari, a 53,36 dollari. Le adr Sony sono in calo di 2,38 dollari a 34,77 dollari. Electronics Arts (videogame) perde 4,83 dollari a 97,11 dollari dopo che la società ha comunicato utili inferiori alle previsioni.

Giù anche Macromedia (software), -9,14 dollari, a 17,99 dollari dopo aver comunicato il calo superiore alle previsioni sia delle vendite sia dell’ utile operativo per l’ intero anno. Per il comparto tecnologico, l’ attesa è per le trimestrali di Microsoft e di JDS Uniphase che verranno diffuse a borsa chiusa.

Quanto ai farmaceutici, vanno bene Eli Lilly che guadagna 3,43 dollari a 64,21 dollari; Wyeth (+39 cents a 43,69 dollari) e Forest Laboratories (+58 cents a 50,25 dollari). Tra i telefonici, è da segnalare AT&T Wireless Service che cede 71 cents a 7,55 dollari, scontando il minor afflusso di clienti rispetto alle previsioni. Va giù anche Raytheon, leader nella produzione di missili, che perde 2,04 dollari a 25,61 dollari, dopo aver tagliato le stime sugli utili 2003.