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WALL STREET: RECUPERA IL NASDAQ, DOW ANCORA DEBOLE

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BORSA: NEW YORK DEBOLE DOPO DATI INFLAZIONE, MALE HP

Indici in ribasso a New York, dove gli investitori hanno accolto negativamente l’inflazione di gennaio superiore alle attese, che spegne gli entusiasmi per un taglio dei tassi d’interesse. Alle 18 italiane l’indice Dow Jones cede lo 0,37% a 12.739 punti, correggendo il record segnato ieri. Lo S&P 500 cede lo 0,24% a 1.456, mentre il Nasdaq procede poco mosso a 2.511,34 punti (-0,07%). Il tasso d’ inflazione negli Stati Uniti il mese scorso ha registrato un aumento mensile dello 0,2% contro il +0,1% atteso dagli analisti.

E l’indice ‘core’, al netto cioé degli alimentari e dell’energia, è accelerato a un +0,3% dopo +0,1% di dicembre, segnando l’incremento più sensibile dallo scorso giugno. Secondo la Bloomberg, i dati rafforzano l’orientamento prudente della Federal Reserve, che intende guardare con attenzione all’andamento dei prezzi, con l’inflazione che sembra non volersi raffreddare come nelle attese. Fra i titoli del S&P 500 cedono i tecnologici (-0,4% per l’indice di settore), appesantiti da Hewlett-Packard che cede il 4% dopo aver annunciato un utile, per il trimestre in corso, inferiore alle previsioni degli analisti.

In ribasso anche Motorola, -25 centesimi a 51,80 dollari, dopo che un analista di Lehman Brothers ha ridimensionato la sua raccomandazione sulle azioni a ‘equal weight’ dal precedente ‘overweight’. In rialzo, invece, Apple, che guadagna il 3% dopo il miglioramento delle previsioni sull’utile da parte di un analista di Prudential Equity Group. I ribassi colpiscono invece il settore delle costruzioni: 15 delle 16 società nell’indice di settore S&P sono in calo, conseguenza delle attese più tiepide per un ribasso dei tassi d’interesse che avrebbe potuto ravvivare i mutui immobiliari.

Gli investitori sono in attesa dei verbali del meeting della Federal Reserve di gennaio, che saranno pubblicati stasera, per avere qualche dettaglio in più circa l’orientamento e le considerazioni della banca centrale, il cui board mantiene i tassi invariati al 5,25% da cinque riunioni consecutive