A circa due ore dalla chiusura delle contrattazioni sulla piazza di New York, il tabellone eletronnico sembra indirizzarsi sulla strada dei ribassi. In rosso anche tutti gli altri principali indici di borsa, soffocati dalla volatilita’.
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Gli investitori appaiono estremamente cauti e sembrano voler attendere ulteriori segnali dalla Federal Reserve, che ieri ha tagliato i tassi d’interesse a breve (Fed Fund) di mezzo punto percentuale, prima di prendere qualsiasi decisione.
Gli analisti sembrano tutti concordare che la Fed sia pronta a operare ulteriori tagli nel futuro e c’e’ chi a Wall Street gia’ anticipa una manovra d’emergenza prima della riunione del direttivo della banca centrale americana, in programma per il 20 marzo.
“Il prossimo meeting e’ ancora troppo lontano – aveva affermato ieri in serata Ian Shepherdson, capo degli economisti di High Frequency Economics – Ci attendiamo una riduzione prima di tale data”.
Ottime oggi le performance del settore informatico, spinto in rialzo dalla manovra della Fed. Gli analisti sono infatti convinti che a beneficiare del taglio saranno prima di tutti gli utili dei produttori di personal computer e di prodotti per le reti informatiche.
“I dati di bilancio del comparto dei personal computer sara’ favorito dal nuovo indirizzo di politica monetaria della banca centrale USA – dice Nicholas Roe-Ely di Tilney Investment Management – Tuttavia e’ difficile dire quando questo accadra’”.
Concordano gli analisti di Merrill Lynch, che in una nota alla clientela sostiene che dal 1987 i titoli legati al settore informatico hanno registrato un rialzo medio del 45% nell’anno che ha seguito un taglio dei tassi d’interesse. La banca d’affari aggiunge inoltre che dalla manovra d’emergenza del 3 gennaio scorso il Nasdaq e’ salito del 21%.
Sul fronte macroeconomico, l’indice dei manager americani responsabili degli ordini di acquisto per le aziende e’ sceso a gennaio a quota 41,2, un livello inferiore alle previsioni di Wall Street, pari a 43,6.
La cifra segna il sesto mese consecutivo di contrazione dell’attivita’ manifatturiera. Un numero inferiore al 50 e’ infatti segno di rallentamento della produzione.
“Il dato di oggi conferma che il settore manifatturiero e’ in recessione – ha detto Anthony Karydakis, economista senior di Banc One Capital Markets – Conferma le impressioni che il comparto sia in caduta libera”.
I mercati finanziari sono tradizionalmente sensibili a varriazioni inattese di questo dato, perche’ e’ considerato un indicatore attendibile delle pressioni inflazionistiche data la velocita’ con cui e’ comunicato (ogni primo del mese, rispetto al mese precedente).
Gli investitori tuttavia sembrano essere convinti che, qualora l’economia americana dia segni ulteriori di recessione, la Federal Reserve sara’ pronta a operare i tagli necessari al costo del denaro.
Indicazioni ulteriori verranno fornite dall’indice dei prezzi alla produzione di gennaio che verra’ diffuso il 16 febbraio prossimo.
Sui listini in generale stanno registrando rialzi il settore sanitario, farmaceutico, brokeraggio, reti informatiche, software e PC.
Segno meno invece per il settore biotecnologico, Internet, energetico, bancario e dei drive per personal computer.