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WALL STREET: PRIMI SCRICCHIOLII SULL’ HI-TECH

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Si chiude all’insegna della debolezza, la settimana di Wall Street. In una giornata che, proprio sul finale, ha vissuto la condanna di Martha Stawart per le imputazioni connesse allo scandalo Imclone, la Borsa di New York ha terminato con gli indici contrastati presentando Dow Jones e S&P in rialzo – rispettivamente dello 0,07% a 10.595,55 punti e dello 0,17% a 1.156,86 punti – e il Nasdaq in flessione dello 0,36% a 2.047,63 punti.

Sul primo mercato finanziario mondiale, oggi, hanno fatto sentire il loro peso il dato negativo sull’occupazione – solo 21.000 posti di lavoro creati a febbraio contro i 130.000 attesi dagli ecdonomisti – e la stima sulle vendite future di Intel, annunciate in calo dalla stessa società. Il primo risultato – paradossalmente – ha permesso al Dow Jones di rimanere sostanzialmente invariato e limitare i danni – con un mercato del lavoro fiacco si allontana il rischio di un rilazo del costo del danaro da parte della Federal Reserve – mentre il secondo ha colpito il Nasdaq facendolo arretrare dopo i timidi spunti positivi delle contrattazioni più recenti.

Tra i vari comparti, discreto quello edilizio trainato da Centex (+3,4%) e Pulte Homes (-5%), oltre a quello delle società finanziarie spinte da Citigroup, salita delll’1,2% e JP Morgan avanzata dello 0,9%.

Negativo, come preannunciato, il settore tecnologico, frenato da Intel (-2,3%) e dalla produttrice di software Sun Microsystems, in calo del 6,9% dopo che S&P ha tagliato il suo rating.

Bene, invece, la società attiva nel campo dei Dvd, TiVo, avanzata del 5,5% mentre un discorso a parte lo merita il titolo Martha Stewart Living Omnimedia, volato nell’imminenza del verdetto sulla sua fondatrice Martha Stewart (atteso come positivo per la regina del ‘bon ton’ statunitense), poi crollato in seguito alla condanna della manager per intralcio della giustizia e reati connessi decisa dalla Corte Distrettuale di New York e, infine, salite nuovamente, addirittura del 15,8%.