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Wall Street: prima settimana in ribasso dopo cinque di rialzo

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New York – Seduta negativa per i listini azionari americani, per l’euro e per i bond italiani. A pesare sono i dubbi sul ruolo che il Fondo Monetario Internazionale avra’ per constrastare la crisi del debito sovrano. I Treasuries hanno ridotto le perdite iniziali. Il dato sul lavoro e’ stato l’unico elemento macro attenzione, in un mercato interamente concentrato (e preoccupato) sui problemi di Italia e Grecia e i relativi rischi per l’eurozona.

Viene messa in secondo piano la pubblicazione del dato cruciale relativo all’occupazione degli Stati Uniti, che ha evidenziato un tasso di disoccupazione in calo al 9%, ma al contempo un incremento piu’ basso del previsto dei posti di lavoro creati. Nel mese di ottobre gli Stati Uniti hanno aggiunto 80 mila posti di lavoro dopo i 158 mila creati in settembre (cifra rivista al rialzo da +103 mila).

Il Dow Jones e’ calato -0,51% (-61.23) a quota 11983. Per la settimana, le blue-chip del Dow Jones hanno subito un calo di -2%, il che interrompe un serie di cinque settimane ininterrotte di rialzo.

Riscivolando in negativo per il 2011, l’indice S&P 500 e’ calato 7.92 punti, -0.6%, a 1253.23, con le societa’ del settore finanziario e bancario tra le piu’ colpite dai ribassi, considerando i 10 maggiori settori, tutti in rosso. Lo S&P 500 ha perso -2.5% per la settimana, dopo 4 settimane di rialzo. E’ su del 17% dal minimo intraday assoluto del 4 ottobre scorso. Il Nasdaq Composite Index ha perso -0.44%, cioe’ 11.82 (- 0.4%), a quota 2686.15.

In controtendenza le azioni di Groupon (GRPN) che ha messo a segno un rally di + 31%, il venditore di coupon online era al debutto, nel giorno dell’Ipo.

Tornando al quadro macro, l mercato occupazionale si sta riprendendo con molta lentezza e non lo sta facendo grazie alle spese governative, bensi’ nonostante i licenziamenti nel settore pubblico. Fortunatamente per gli Usa le aziende continuano ad assumere, altrimenti le cifre annunciate dal Dipartimento del Lavoro sarebbero ancora peggiori.

In attesa del voto di fiducia al parlamento greco (atteso per le 23 italiane), l’attenzione continua a essere concentrata sull’Italia, visto che si parla della possibilità, prospettata ieri al presidente del Consiglio, di accedere in tempi brevi a una linea di credito del Fmi da 44 miliardi di euro. Lo stesso premier Silvio Berlusconi ha confermato che e’ stata l’Italia a chiedere al FMI di monitorare il procedere dell’attuazione delle riforme del governo italiano, “come fa una societa’ che vuole sostenere nel modo migliore i propri titoli sui mercati, chiede la supervisione a una societa’ specializzata”.

“Le riforme verranno presentate al Senato il 15 novembre e se tutto va bene saranno attuate a fine mese”, ha dichiarato Berlusconi, confermando che il sistema della banche e’ solido e che le famiglie sono famiglie che risparmiano. Nel ricordare che “la meta’ del debito italiano e’ nelle mani di investitori, banche e cittadini italiani”. Per risanare il debito “si possono vendere 5.000 miliardi di euro di immobili”.

La coppia Merkel-Sarkozy ha lanciato un alert, chiedendo una sorveglianza più stringente sull’Italia, nonostante le rassicurazioni che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha fornito ieri, in occasione del G20. Berlusconi ha spiegato che il monitoraggio dell’FMI sara’ in realta’ un “intervento di certificazione”. “Non da’ un giudizio sulla bonta’ delle riforme, certifica che le riforme vengano attuate”.

Sul fronte Grecia, in giornata si attende il voto di fiducia al governo di Atene, dopo la confusione generata dal premier George Papandreou negli ultimi giorni.

Intanto la cancelliera tedesca Angela Merkel annuncia la difficoltà che i leader del G20 partecipino al “fondo salva-stati”. Manca inoltre l’accordo su come allocare le risorse del Fondo Monetario Internazionale.

Tornando agli Stati Uniti, attenzione a Groupon, che ha ottenuto $700 milioni dall’Ipo e che ha realizzato l’Ipo internet più grande dai tempi di Google.

Tra le storie di finanza, occhio anche a Jefferies, che rischia di fare la fine di MF Global.

Sul fronte valutario, l’euro si è indebolito nei confronti del dollaro a $1,3745 (-0,48%). La moneta unica è rimasta positiva nei confronti del franco svizzero (+0,63%), a CHF 1,2212, e ha chiuso in calo sullo yen, a JPY 107,51.

Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio sono scesi dello 0,39%, a $93,70 al barile, mentre le quotazioni dell’oro sono in flessione dello 0,58%, a $1.754,90 l’oncia.