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WALL STREET PRESSATA DALLE VENDITE, DOW -367

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A venti anni esatti da quel 19 ottobre del 1987 che passò alla storia come ‘Black Monday’ e in cui il Dow Jones perse addirittura il 22,6%, Wall Street vive un’altra seduta difficile, chiudendo con gli indici in pesante correzione in scia a un diffuso allarme-utili. I listini ampliano le perdite nelle ultime due ore di contrattazione, con il Dow Jones Industrial Average in calo 366.94 punti, -2.64%, a 13,522.02, lo S&P 500 giu’ di 39.45 punti, cioe’ -2.56%, a 1500.63, e il Nasdaq Composite in ribasso di 74.15 punti, -2.65%, a 2725.16.

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“E’ un pessimo modo per chiudere un venerdi’” dice Paul Mendelsohn, chief investment strategist di Windham Financial. “Non solo l’apertura di lunedi’ e’ a questo punto ad alto rischio, ma restano aperte anche per le prossime sedute molte questioni non risolte relative agli utili, alle paure di recessione, al mercato immobiliare”. Lo stop e’ pesante, anche se viene dopo cinque settimane consecutive di crescita degli indici americani. Questa settimana sia il Dow Jones Industrial che lo S&P 500 hanno perso ciascuno il 4%, il Nasdaq ha lasciato sul campo il 2.9%. E’ stato il peggior calo degli ultimi due mesi, cioe’ dalla crisi dei mutui subprime di agosto.

Lo scenario adesso presenta la previsione pressoché unanime degli analisti in base alla quale la Federal Reserve taglierà il costo del denaro ancora il 31 ottobre, di 25 punti base: l’ipotesi viene infatti data per scontata con una percentuale del 100%, in base all’andamento odierno dei future, contro il 70% di ieri. A pesare sono appunto le trimestrali, in particolare quelle che arrivano dal comparto finanziario. Oggi è stato il turno di Wachovia (-3,61% a 46,40 dollari), quinta banca del Paese, che ha registrato una contrazione dei profitti pari al 10% dopo aver effettuato svalutazioni per circa 1,3 miliardi di dollari. Fino ad oggi le trimestrali comunicate dal mondo finanziario hanno evidenziato, in base a calcoli fatti da Bloomberg, una contrazione media degli utili nell’ordine del 20%, il peggior risultato da quando questo tipo di rilevazioni trimestrali ha avuto inizio, cioé nel 1997.

Va tenuto conto del fatto che questo settore pesa per il 19% in termine di capitalizzazione complessiva della Borsa, avendo inoltre accumulato lo scorso anno ben il 27% dei profitti totali della Corporate America. Il comparto dei finanziari accusa inoltre l’impatto derivante dal fatto che Warren Buffett ha negato di aver comprato titoli di Countrywide Financial (-7,75% a 15,23 dollari), la società finita nel ciclone del dissesto provocato dalla caduta del credito subprime. Buffett, tra l’altro, ha smentito anche uno shopping su azioni Hovnanian (+2,63% a 10,55 dollari), società di costruzioni del New Jersey. Più in generale gli analisti hanno messo in conto per il terzo trimestre una contrazione media dell’ utile delle società S&P 500 pari a -1,8%; si tratterebbe del calo più consistente dai primi tre mesi del 2002.

Sempre sulla scia di una trimestrale al di sotto delle attese va giù oggi anche Caterpillar (CAT), il colosso della movimentazione da terra che cede il 5,27% (a 73,57 dollari); l’azienda ha menzionato, tra i fattori di un possibile rallentamento degli utili, il rischio recessione per l’economia americana e il pesante calo del mercato immobiliare. Le stime per l’intero 2008 prevedono un taglio pesante dei profitti, dovuto al calo del mercato immobiliare in America, che ridurra’ la vendita delle macchine per costruzione di cui Caterpillar e’ leader. L’utile netto di 1,4 dollari per azione è risultato inferiore a 1,42 dollari accreditati da alcuni analisti. Nel comparto petrolifero, pur il greggio al record dei 90 dollari di massimo storico raggiunto oggi, crollano le quotazioni di Schlumberger (-11,02% a 99,32 dollari). Il gigante dei servizi petroliferi ha comunicato che alcuni progetti di trivellazione saranno fatti slittare nel tempo. In controtendenza fra i tecnologici è invece Google (+0,80% a 644,71 dollari) dopo aver riportato ieri a Borsa chiusa utili sopra le aspettative.

Pressioni continuano a giungere dal comparto energetico. A causa delle pesanti tensioni geopolitiche (l’attacco di terroristi suicidi contro l’ex primo ministro del Pakistan Benazir Bhutto, sopravvissuta per caso a una carneficina di 140 morti, certamente favorita da complicità nei servizi segreti, ma sostanzialmente ideata da Al Qaida e dai talebani che hanno numerose e potenti basi in Pakistan) e per via di preoccupazioni sul livello di scorte petrolifere a livello mondiale, hanno fatto si’ che i futures sul greggio con consegna novembre siano arrivati a toccare un nuovo massimo storico a quota $90.02, prima di stabilizzarsi in ribasso in serata sulla soglia di $88.35.

Sugli altri mercati, sul valutario, l’euro e’ in leggero rialzo sul dollaro, sempre sui massimi assoluti a quota 1.4300. In rialzo l’oro: i futures con consegna dicembre guadagnano $2.90 a $771.50 all’oncia. Avanzano infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.4680%.

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