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WALL STREET PRESSATA DA CITIGROUP E GREGGIO

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Dopo lo spunto iniziale positivo il mercato azionario ha subito invertito rotta ed al momento prosegue sulla strada dei ribassi. Il Dow Jones cede lo 0.84% a 13975, l’S&P500 lo 0.78% a 1549, il Nasdaq e’ in ribasso dello 0.72% a 2785.00.

Alcune preoccupazioni sono state sollevate dal colosso finanziario Citigroup (C) che ha riportato un calo del 57% degli utili rispetto allo scorso anno a causa della crisi del comparto finanziario. La banca ha inoltre espresso pessimismo sul business a reddito fisso che potrebbe continuare a soffrire nei prossimi mesi.


Da un articolo apparso sul Wall Street Journal si legge che alcune istituzioni finanziarie americane, tra cui Citigroup, JP Morgan (JPM) e Bank of America (BAC) starebbero organizzando un “superfondo” del valore di $100 miliardi per “ripulire” il comparto del credito dopo il colpo accusato nella stagione estiva.

C’e grande incertezza tra gli operatori in vista della serie di trimestrali che verranno diffuse in settimane. Oltre 80 aziende facenti parte dell’indice S&P500 comunicheranno i risultati trimestrali nei prossimi giorni. Sono attesi, tra gli altri, i numeri di colossi come IBM (IBM), Google (GOOG), Yahoo! (YHOO), Bank of America (BAC), solo per citarne alcuni. Le attese sono piuttosto contenute, le analisi di Reuters riportano una stima sulla crescita degli utili di appena il 3.2% rispetto allo scorso anno.

Non mancano tuttavia i commenti piu’ favorevoli di alcuni analisti secondo cui molte societa’ americane riporteranno risultati soddisfacenti grazie alle operazioni in Europa e in Asia dove la domanda e’ risultata in forte crescita grazie alle condizioni del mercato valutario. Inoltre, le difficolta’ mostrate dalle grosse banche d’affari per via del “credit crunch” non necessariamente dovranno tradursi nella conclusione del trend rialzista dell’intero comparto azionario.

Ad impensierire maggiormente gli operatori a Wall Stree e’ il forte rialzo del greggio, schizzato oltre la soglia degli $85. I futures con consegna novembre sono arrivati a toccare un massimo di $85.19 al barile; al momento segnano un progresso di $1.60 a $85.29.

Ad offrire la spinta iniziale agli indici era stato il dato macro sull’area manifatturiera di New York, schizzato ai migliori livelli di oltre tre anni. Il NY Empire State Index si e’ infatti attestato a quota 28.8 punti, nettamente al di sopra del consensus.

Sul fronte M&A, luci puntate su Tektronix (TEK) dopo l’offerta di acquisto avanzata dalla conglomerata industriale Danaher (DHR) che si e’ detta disposta a pagare $2.8 miliardi per rilevare l’azienda.

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A livello settoriale le migliori performance sono segnate dai comparti: Electric Equipment Manufacturers +6.0%, Coal & Consumable Fuels +2.2%, Biotech +2.0%, Photo Products +1.9%, e Footwear +1.6%. Tra i piu’ forti ribassi: Health Care Equipment -4.4%, Homebuilding -3.6%, Apparel & Accessories -3.4%, Tires & Rubber -3.1%, e Autos -3.1%.

Alle 12.30 E.T. il volume di scambio e’ di 449 milioni di pezzi al NYSE e 835 milioni al Nasdaq. I titoli in rialzo contro quelli in ribasso sono 818 a 2281 al Nyse e 852 a 1961 al Nasdaq. I nuovi massimi contro i nuovi minimi delle ultime 52 settimane sono: 45 a 67 al NYSE e 37 a 70 al Nasdaq.