Prosegue oscillando intorno ai livelli di parita’ la seduta a Wall Street, dove si segnalano volumi sottili e prese di posizione in vista della fine dell’anno. Il Dow Jones cede circa 30 punti dopo i rialzi modesti dell’avvio, appesantita dai cali di Merck, JP Morgan e AT&T. In controtendenza Procter & Gamble e Bank of America. Anche l’S&P e’ depresso, mentre il Nasdaq si mette in mostra grazie alle bella prova di titoli come Oracle e Research in Motion.
La volatilita’ e’ in calo, sotto l’area 17, mentre a livello settoriale presi di mira dai ribassisti sono tlc, industriali e sanita’. Oltre ai tecnologici gia’ citati, comprati anche retail, immobiliare, chip, trasporti e minerari. A influire sulle decisioni di portafoglio odierne e’ la scadenza trimestrale di contratti e opzioni (quadrupla strega).
In ambito macro il superindice ha evidenziato un nuovo rialzo, il maggiore da marzo e il diciannovesimo risultato positivo sugli ultimi 20, in linea con le stime.
L’attenzione e’ tutta incentrata sulla crisi del debito sovrano europea. Se ci aspettava che l’approvazione della messa in atto di un fondo permanente di salvataggio entro il 2013 servisse da placebo ai mercati, cosi’ non e’ stato. Persino i rendimenti dei bund tedeschi stanno salendo.
In attesa di conoscere nuovi dati macro, le notizie societarie in Usa non mancano. Il gruppo di software Oracle e’ richiesta dopo una trimestrale molto convincente. Sono piaciuti anche i risultati della societa’ madre del Blackberry, Research in Motion.
Il gruppo canadese Bank of Montreal acquistera’ Marshall & Ilsley in un’operazione di scambio azionario del valore di circa $4.1 miliardi. L’affare rappresenta un premio del 34% sul prezzo di chiusura di ieri dei titoli Marshall & Ilsley. Il settore delle banche regionali e’ tra i piu’ richiesti sulla scia di tale novita’.
All’interno della sfera di small e mid cap Intermune (ITMN) fa un balzo del 100% circa dopo che la Commissione dell’Agenzia Europea di Medicina ha espresso un’opinione positiva per quanto riguarda la commercializzazione dell’Esbriet (pirfenidone) per la cura della fibrosi polmonare nelle persone adulte.
Ecco un elenco rapido degli altri highlight di giornata:
• La BCE ha aumentato la base di capitale di a €10.76 miliardi di euro per aiutare a proteggere l’UE da eventuali perdite con l’istituto che compra bond dai governi a rischio di Portogallo e Irlanda
• La Fed ha proposto un limite di 12 centesimi sulle commissioni sui bancomat
• Il mercato del lavoro e’ in miglioramento, in calo i licenziamenti
• Debito sovrano: l’Ue ha trovato un accordo sul lancio entro il 2013 di un fondo permanente di salvataggio per i paesi in crisi
• Il Congresso Usa ha approvato il disegno di legge per rinnovare di altri due anni le agevolazioni fiscali, costera’ $858 miliardi
• Apple, Oracle e altri gruppi tech capitanati da Microsoft hanno comprato 882 diritti di licenza da Novell
Ma a strozzare i rialzi e’ la stangata di Moody’s sul rating del credito irlandese (perse cinque tacche), mentre gli investitori aspettano di conoscere nuovi dati macro in quella che sara’ la seduta conclusiva dell’ultima settimana “intera” dell’anno.
Si respira un’aria festiva di fine anno e – riferiscono i trader – non ci sono troppi motivi per comprare azioni in questo momento. Molti soldi sono stati tirati via dal tavolo. E’ piu’ una questione di posizionarsi dove meglio si ritiene per il nuovo anno, mentre i poteri forti manovrano i fili della marionetta finanziaria.
Tornando alle notizie no giunte dal fronte dei Piigs: ha iniziato stamattina presto Moody’s, che ha tagliato il rating sul debito irlandese di ben cinque gradini a “BBA1”. Inizialmente la notizia non ha pesato molto, ma alla fine l’incertezza sul futuro dell’euro e’ tornata a dominare il sentiment degli operatori.
D’altronde sempre ieri Moody’s aveva messo sotto osservazione il rating sul debito pubblico della Grecia “Ba1”, in vista di un possibile downgrade, a causa delle persistenti incertezze economiche. E nei giorni ancora precedenti i giudizi delle agenzie di rating in generale sono stati tutt’altro che positivi sui paesi dell’Eurozona.
Un’altra notizia che preoccupa arriva dalla Spagna. La stessa banca centrale del paese ha comunicato infatti che il debito pubblico e’ balzato al massimo in dieci anni e che le sofferenze bancarie si attestano al record dal 1996.
Insomma, la situazione e’ critica, come torna a dimostrare l’allargamento degli spread tra i rendimenti del Bund e quelli dei titoli periferici, nonostante l’accordo raggiunto in Europa sul fondo salva stati .
Le indicazioni sul futuro dell’Europa sono fosche, come ci dice un nuovo rapporto di Enrst & Young. Cinque paesi su 17 registreranno una crescita inferiore alla media nei prossimi cinque anni. Inutile precisare quali sono.
Lo Stoxx 50 ha chiuso in calo dello 0.79%, l’FTSE 100 londinese dello 0.23%, il CAC 40 francese dello 0.5%, il DAX tedesco dello 0.44%. Milano fa peggio (-1.33%) trascinata al ribasso dalle banche. Sotto i riflettori anche Enel, che rischia il declassamento da parte di Moody’s.