Dopo due giornate consecutive di rialzi, sui mercati azionari americani sono tornate a prevalere le vendite, innescate da alcune notizie societarie e dall’assenza di dati macro che potessero supportare lo scenario economico del “soft landing” (moderato rallentamento della crescita). Il Dow Jones ha perso lo 0.18% a 12309, l’S&P500 lo 0.13% a 1412, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.27% a 2445.
L’attenzione degli operatori e’ gia’ proiettata alla giornata di venerdi’ in cui verranno diffusi i numeri sul rapporto occupazionale di novembre da cui potranno emergere nuovi segnali sulle condizioni economiche degli Usa. Le ultime letture dell’attivita’ economica ne hanno infatti disegnato un’immagine contrastata, caratterizzata da un’espansione del settore dei servizi e da una contrazione del comparto manifatturiero. Intanto, l’ultimo rapporto ADP, che segue l’andamento dell’occupazione a livello privato, ha segnalato la creazione di 158 mila nuovi posti di lavoro, maggior incremento dallo scorso giugno.
Per Paul Nolte, direttore degli investimenti di Hinsdale Associates, nonostante i recenti deludenti aggiornamenti macro, la debolezza del dollaro e il rally del mercato obbligazionario, i listini hanno ancora spazio per salire (in parte grazie all’elevata liquidita’ dovuta ai numerosi mergers societari), lasciando intatte le condizioni per il classico rally di fine anno.
L’unico dato in calendario ha interessato il comparto energetico. Complici le rigide temperature che hanno colpito diverse aree del Nord America, sia le scorte di petrolio che quelle di benzina e di prodotti distillati sono risultate in calo (le prime due al di sotto delle attese degli analisti). I futures con scadenza gennaio hanno comunque chiuso in ribasso di 24 centesimi a $62.21 al barile, a causa della forte incertezza sulla decisione dell’OPEC circa il livello di output.
Sul fronte societario, riflettori puntati sul colosso online Yahoo! ([[YHOO]]). La societa’ ha affermato di essere sul punto di una riorganizzazione interna, che prevede la creazione di tre nuovi gruppi direttamente connessi a Terry Siemel, presidente e CEO del gruppo media. Il piano prevede inoltre l’uscita di scena del COO, Rosensweig, e l’aumento delle responsabilita’ di Decker, che avra’ il controllo sulle vendite pubblicitarie oltre che sulle operazioni finanziarie. Il titolo ha chiuso con un ribasso del 2% circa.
A soffrire e’ stato anche il colosso farmaceutico Merck ([[MRK]]), che ha confermato le previsioni sugli utili dell’intero anno 2006, e migliorato leggermente le stime sui risultati del prossimo anno, non a tal punto pero’ da convincere il pubblico investitore. A fine giornata l’azione e’ arretrata dello 0.78%.
Giornata no per la societa’ di chip Novell ([[NOVL]]), dopo aver offerto un quadro poco incoraggiante sui ricavi del prossimo anno ed essere stata oggetto di downgrade da parte di Goldm Sachs. Pressioni di vendita anche per le gli operatori ferroviari Burlington Santa Fe ([[BNI]]) e Canadian National ([[CNI]]), dopo aver ricevuto un downgrade da parte degli analisti di Merrill Lynch.
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A livello settoriale, il comparto software e quello dei fondi immobiliari sono risultati in maggiore calo; un settore che si e’ distinto in positivo e’ stato quello del brokeraggio.
Sugli altri mercati, sul valutario, l’euro ha chiuso in calo rispetto al dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.3285. In forte calo l’oro. I futures con scadenza febbraio sono arretrati di $12 a $635.90 all’oncia. In calo i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.481% dal 4.442% di martedi’.