Listini azionari sull’ottovolante a New York, in oscillazione tra una ampio range (superiore ai due punti percentuali), prima di chiudere poco sopra la parita’. La forte incertezza sullo stato dell’economia, le preoccupazioni circa un calo dei profitti aziendali e il nuovo avanzamento del greggio hanno contribuito a mantenere alta la volatilita’ sul comparto azionario. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.28% a 11382, l’S&P500 lo 0.38% a 1284, il Nasdaq e’ avanzato dello 0.52% a 2304.
Il buon rialzo di General Motors (GM), innescato dal calo delle vendite di auto nel mese di giugno inferiore alle attese, e’ stato offuscato dal calo della rivale Ford (F), che ha invece riportato un tonfo della domanda nell’ultimo mese pari al 28%. Altri importanti titoli in ribasso, pressati dal nuovo aumento del greggio, sono il corriere internazionale FedEx (FDX) e il colosso retail di articoli per la casa Home Depot (HD).
Anche oggi il greggio ha proseguito sulla strada dei rialzi, toccando un massimo intraday di $142.92. Sostenuti dagli stessi rumors circolati nei giorni scorsi di un possibile attacco di Israele all’Iran (vedi Archivio) i futures con scadenza agosto hanno archiviato la seduta in progresso di 97 centesimi a $140.97 al barile. L’atteggiamento speculativo di molti operatori sta contribuendo a spingere le quotazioni dell’oro nero verso la soglia psicologica dei $150. Alcuni analisti nei giorni scorsi avevano annunciato che tale livello sarebbe stato raggiunto nella settimana della festivita’ dell’Independence Day (prossimo venerdi’).
Gli economisti concordano sul fatto che l’impennata dei prezzi energetici provochera’ una contrazione della spesa dei consumatori e, di riflesso, degli utili aziendali. Cio’ ha spinto gli analisti a tagliare le previsioni sui risultati trimestrali per le aziende facenti parte dell’S&P500 da +12% di fine marzo a +5.9%.
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A preoccupare gli operatori sono anche le brutte notizie che continuano a circolare all’interno del comparto finanziario. Si fanno sempre piu’ insistenti infatti i rumors secondo cui si potrebbe assistere nei prossimi mesi ad una nuova ondata di perdite legate alla crisi dei mutui subprime, che non risparmierebbe le grosse banche d’affari. Il titolo del colosso svizzero UBS e’ scivolato ai minimi di 10 anni, Deutsche Bank (DB) e’ arrivato a segnare una perdita superiore al 5% durante le contrattazioni. “Sara’ un trimestre pessimo: gli investitori si stanno rendendo conto che l’inflazione viaggia su livelli ormai non piu’ sostenibili” ha affermato Heino Ruland, strategist di FrankfurtFinanz.
Il mese di giugno si e’ chiuso con forti perdite per i principali indici azionari. Nel caso di un’estensione del trend ribassista, i listini potrebbero ufficialmente entrare in una fase di mercato ‘orso’, in calo del 20% rispetto ai massimi registarati nell’ottobre dello scorso anno. Al momento la contrazione dell’indice industriale dai massimi assoluti del 2007 e’ pari a circa il 19%.
Una nota positiva e’ emersa in giornata dal fronte macroeocnomico con i due dati in calendario che hanno evidenziato un rimbalzo dell’attivita’ manifatturiera ed un calo della spesa per le costruzioni inferiore alle stime. Fondamentali saranno nei prossimi giorni i dati sull’occupazione che offriranno una quadro piu’ chiaro sulle condizioni del mercato del lavoro
Sugli altri mercati, sul valutario, euro in recupero nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5780. In flessione l’oro. I futures con consegna agosto sul metallo prezioso hanno guadagnato $16.20 a $944.50 l’oncia. Seduta in lieve calo infine per i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.9920% dal 3.9790% di lunedi’.
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