Società

WALL STREET PIEGATA DAL DATO SULL’OCCUPAZIONE

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Un rapporto occupazionale deludente preoccupa gli investitori, che vendono a mani basse i titoli azionari, spingendo i listini in netto ribasso a meta’ seduta. Il dato migliore del previsto sugli ordini di beni durevoli in maggio non e’ stato sufficiente ad alimentare la fiducia di un mercato depresso dal balzo del tasso di disoccupazione, che ha raggiunto i livelli piu’ elevati da 26 anni a questa parte, dopo che una cifra altrettanto allarmante e’ stata pubblicata dai 16 Paesi componenti la Zona Euro.

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Le aziende statunitensi, alle prese con la peggiore recessione dal dopoguerra a questa parte, hanno tagliato 467 mila posti di lavoro in giugno, stando ai dati diffusi dal Dipartimento del Lavoro, molto peggio delle 363 mila unita’ previste in media dagli economisti. Le cifre dipingono uno scenario tetro per quanto riguarda il mercato del lavoro, e’ suggeriscono che la ripresa potrebbe metterci piu’ tempo del previsto ad arrivare. A giguno il tasso di disoccupazione e’ salito al 9.5% dal 9.4% di aprile.

Il report, considerato fondamentale per avere una misura dello stato di salute dell’economia, ha deluso gli investitori che invece ultimamente avevano ricevuto segnali positivi, seppure timidi, dal fronte macroeconomico, e in particolare dai settori immobiliare e manifatturiero.

Tra le societa’, particolarmente prese di mira dalla lettera le big dell’industria Alcoa, Boeing e Walt Disney, che scivolano di oltre 3 punti percentuali. Intanto Lear, la seconda maggiore produttrice di sedili auto, ha fatto ricorso al Chapter 11. I titoli crollano di oltre il 20%. In Europa il Dow Jones Stoxx 600 Index, paniere di riferimento del Vecchio Continente, ha fatto un tonfo del 2.4%, il peggiore risultato in quasi due settimane.