Il cattivo dato sulle vendite al dettaglio e i nuovi problemi emersi dal settore bancario hanno spinto al ribasso i listini azionari americani che hanno riportato perdite giornaliere superiori ai tre punti percentuali. Il Dow Jones ha ceduto il 2.94% a 8200, l’S&P500 il 3.34% a 842, il Nasdaq e’ arretrato del 3.67% a 1489.
Gli ultimi aggiornamenti macroeconomici hanno evidenziato una contrazione delle vendite al dettaglio nel mese di dicembre nettamente superiore alle attese. Il dato ha registrato una flessione del 2.7%, piu’ del doppio rispetto al -1.2% atteso. Le famiglie americane, alle prese con la recente ondata di licenziamenti, continuano pertanto ad avvertire il peso della recessione, contenendo le spese, sempre piu’ concentrate su beni di prima necessita’.
Gli operatori si attendevano dati poco incoraggianti per la stagione delle festivita’, ma l’ultimo rapporto ha segnalato una tendenza dei consumatori peggiore delle attese piu’ pessimiste. Il sesto calo mensile consecutivo era inevitabile considerati l’elevato livello di disoccupazione, la continua riduzione dei prezzi degli immobili e il limitato accesso al credito. Il fatto e’ preoccupante in quanto il settore dei consumi conta per circa due terzi dell’attivita’ economica americana. In tanti prevedono ora che la recessione, gia’ la piu’ lunga dell’ultimo quarto di secolo, possa durare fino alla fine dell’anno.
Segnali di allarme sono emersi anche dal Beige Book della Fed: l’economia si e’ indebolita negli ultimi due mesi alla luce della ridotta spesa dei consumatori e dei tagli a produzione ed investimenti da parte delle aziende.
A preoccupare gli investitori e’ stato anche l’allarme lanciato dal colosso bancario Deutsche Bank su possibili perdite pari a $6 miliardi nell’ultimo trimestre fiscale. Si prospettano tempi duri anche per l’altro gigante europeo HSBC Holdings: da una nota diffusa da Morgan Stanley si apprende che la societa’ potrebbe necessitare di una nuova infusione di capitali per $30 miliardi e dimezzare il dividendo.
“Pensavamo fossimo alla fine di questa crisi finanziaria, ma a quanto pare la strada e’ ancora lunga” ha affermato Dave Rovelli, managing director di Canaccord Adams. “I gruppi finanziari sono la spina dorsale dell’economia. Se questi continueranno ad essere instabili, non ci sono possibilita’ di assistere ad un rally sostenibile”. Pesante Citigroup, giu’ -22%, per via della forte incertezza sul futuro della banca newyorchese, dopo l’accordo di joint venture con Morgan Stanley, cui potrebbero seguire nuove decisioni di ridimensionamento dell’intero istituto.
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Tra gli altri titoli, luci accese su Yahoo!: il gigante media online e’ riuscito a terminare la seduta in rialzo dopo aver nominato Carol Bartz nuovo Ceo. In controtendenza la famosa catena retail del lusso Tiffany’s, che durante la stagione delle festivita’ ha riportato un calo del 21% delle vendite anno su anno.
Tra i titoli hi-tech, male l’intero comparto dei semiconduttori, con il leader Intel in ribasso di quasi il 5%. Vendite anche su Microsoft, Apple e Google (scivolato sotto la soglia psicologica dei $300). Nessun componente dell’indice industriale e’ riuscito a scampare all’ondata generale di vendite, tutti e trenta i titoli hanno chiuso in rosso.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico, in flessione il petrolio dopo il rilascio dei dati sulle scorte. I futures con consegna febbraio hanno archiviato la sessione con un calo di 50 centesimi a $37.28 al barile. Sul valutario, in lieve flessione l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.3154. In rosso l’oro: i futures con consegna febbraio sul metallo prezioso hanno ceduto $11.90 a $808.80 l’oncia. In progresso i Titoli di Stato Usa. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 2.2130% dal 2.2970% di martedi’.