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WALL STREET PIEGATA DA MACROECONOMIA E GUERRA

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A circa due ore dalla chiusura delle contrattazioni, i mercati americani proseguono in forte calo, depressi dall’acuirsi della crisi irachena, con l’ipotesi di un attacco unilaterale USA che appare sempre piu’ probabile, e dalle preoccupazioni per la debolezza economica.

Ricordiamo che proprio tre anni fa, il 10 marzo 2000, il Nasdaq faceva registrare il massimo storico di 5.048,6 punti. Da allora l’indice hi-tech statunitense ha perso oltre il 74%.

Per quanto riguarda la situazione internazionale, evento chiave della settimana e’ il voto del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, previsto per domani. La notizia che la Russia mettera’ il veto a una seconda risoluzione contro Baghdad ha rafforzato la convinzione che gli Stati Uniti lanceranno un attacco a breve.

Ha contribuito ad alimentare le tensioni geopolitiche il lancio, da parte della Corea del Nord, di un altro missile terra-mare nel Mar del Giappone.

Sul fronte macroeconomico, alla luce della corsa dei prezzi del petrolio, dei venti di guerra e dell’inverno molto piu’ rigido del previsto, gli economisti del Blue Chip Economic Indicators hanno rivisto al ribasso le stime di crescita sul prodotto interno lordo USA, che nel 2003 dovrebbe attestarsi al 2,6%.

Secondo alcuni operatori, la debolezza della congiuntura statunitense, evidenziata anche dal deludente rapporto sulla disoccupazione di febbraio comunicato venerdi’ scorso, potrebbe spingere la Federal Reserve a tagliare i tassi nella riunione del 18 marzo.

La prospettiva di un imminente conflitto USA-Iraq deprime le quotazioni del dollaro. L’euro e’ balzato a $1,1066, i minimi degli ultimi quattro anni, gia’ toccati nella seduta di venerdi’. La moneta americana paga il crescente nervosismo degli investitori, che nell’ormai consueta ottica di avversione al rischio appaiono sempre piu’ restii ad investire in asset statunitensi.

I venti di guerra hanno fatto balzare in avanti le quotazioni dell’oro, bene rifugio per eccellenza.

Tra i singoli titoli, in picchiata la prima compagnia aerea statunitense, American Airlines, sull’onda dei timori per le ripercussioni che un conflitto avrebbe sull’industria dei viaggi e sui prezzi del petrolio. In forte calo anche l’agenzia governativa specializzata nei mutui ipotecari Fannie Mae, dopo le dichiarazioni del presidente della Fed di St. Louis, William Poole, secondo cui un’eventuale bancarotta della societa’ potrebbe avere serie conseguenze per l’economia a stelle e strisce.

Per tutti i dettagli sui titoli che stanno movimentando la seduta odierna clicca su WSI TITOLI CALDI, in INSIDER.