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WALL STREET PIATTA TRA CATERPILLAR E GOOGLE

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Gli indici americani hanno archiviato poco mossi l’ultima seduta di una settimaan che si e’ distinta per il nuovo record storico del Dow Jones ([[INDU]]), sopra la soglia dei 12000 punti, e per il flusso di trimestrali mediamente superioriori alle attese deglia analisti. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.08% a 12002, l’S&P500 ha guadagnato lo 0.12% a 1368, il Nasdaq, infine, e’ avanzato dello 0.06% a 2342.

A frenara il rally delle ultime giornate e’ stato principalmente il profit warning lanciato dal colosso dei macchinari per le costruzioni Caterpillar ([[CAT]]). La societa’ ha diffuso una trimestrale poco convincente, ammonendo che i risultati del prossimo anno potrebbero accusare l’incremento dei costi e il raffredamento del mercato immobiliare. Il titolo e’ crollato ai minimi di 10 mesi, lasciando sul terreno il 14% circa.

Il fatto ha risvegliato i timori di quanti gia’ nei scorsi mesi si erano mostrati preoccupati del fatto che il rallentamento della crescita economica statunitense possa inficiare, prima o poi, sui risultati aziendali.

Tra gli altri componenti del Dow Jones, a soffrire sono stati anche Hewlett-Packard ([[HPQ]]), Boeing ([[BA]]) e Pfizer ([[PFE]]), quest’ultimo indebolito da un downgrade. Bene invece la conglomerata industriale 3M ([[MMM]]) e la farmaceutica Merck ([[MRK]]), forti degli ultimi rapporti trimestrali. Entrambe le societa’ hanno battuto le stime degli analisti, la prima aiutata dal business dei display a cristalli liquidi, la seconda grazie alle brillanti performance di alcuni farmaci.

I risultati di Caterpillar hanno oscurato interamente l’ottimismo diffuso gia’ prima dell’apertura dal colosso Internet Google ([[GOOG]]), balzato di oltre il 7% dopo la diffusione della trimestrale, caratterizzata da un incremento del 70% delle vendite, originate dalla crescente domanda di pubblicita’ sul sito e sui relativi partners. Sulla societa’ sono piovuti gli aumenti del target price, tutti superiori alla soglia psicologica dei $500; Citigroup stima addirittura che tra 12 mesi il titolo potra’ valere $600.

Nel comparto energetico, nuovo calo per il petrolio. I futures con scadenza novembre, oggi all’ultimo giorno di scambi, hanno chiuso in ribasso di $1.68 a $56.82 al barile, peggior livello di 16 mesi. La perdita settimanale e’ pari al 3%. Gli operatori restano molto scettici sul reale taglio da parte dell’OPEC di 1.2 milioni di barili, deciso nel meeting straordinario svoltosi giovedi’ nel Qatar, che dovrebbe avvenire a partire da novembre.

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Sugli altri mercati, sul valutario, stabile l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di $1.2618. Dietrofront dell’oro. I futures con scadenza dicembre sono arretrati di $6.10a $596.40 all’oncia. In lieve rialzo i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 7.7840 dal 4.7860% di venerdi’.