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Wall Street piatta: ottimismo Grecia riduce i cali iniziali

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New York – Wall Street termina la giornata di contrattazioni piatta, dopo i cali iniziali alimentati dai dati sulle vendite al dettaglio e sull’indice dei prezzi alle importazioni, entrambi relativi al mese di gennaio.

L’ottimismo su una soluzione in Grecia, con i leaders che si dovrebbe impegnare nelle misure di austerità, e dunque ricevere il secondo pacchetto di aiuti, porta ad annullare le perdite a Wall Street negli ultimi 30 minuti.

In chiusura l’S&P500 perde -1,27 punti (-0,09%), a quota 1.350,50. In ripresa il Nasdaq, +0,44 punti (+0,02%), a 2.931,83, mentre il Dow Jones recupera 4,24 punti (+0,03%), a 12.878,28.

A fronte di un andamento dell’indice dei prezzi alle importazioni, che è stato pressoché in linea con il consensus (+0,3%, contro +0,4% atteso), particolarmente deludenti sono state le vendite al dettaglio, salite di appena +0,4%, contro il +0,8% stimato. Su base annua, il rialzo dell’indicatore è stato del 5,8%.

Nessuna indicazione particolarmente confortante è arrivata successivamente, con le scorte di magazzino delle aziende, che sono salite a dicembre meno del previsto.

Importanti dichiarazioni del segretario al Tesoro Timothy Geithner, che ha affermato che il governo Obama diffonderà presto una bozza di riforme per modificare il sistema fiscale corporate. Parlando al cospetto della commissione delle Finanze del Senato degli Stati Uniti, Geithner ha confermato la presenza di “un grande numero di scappatoie” che permettono ad alcune società di non pagare le tasse quasi del tutto“.

Ancora, riferendosi alla crisi in atto, il segretario al Tesoro ha sottolineato: “Sebbene gli ultimi dati economici si siano confermati in qualche modo promettenti, abbiamo ancora molta strada da fare per riprenderci da quello che è stato il peggiore shock alla nostra economia dai tempi della Grande Depressione”. Non poteva mancare un riferimento all’Europa e ai problemi del debito, con “la crisi ue che rappresenta un potenziale ostacolo alla crescita dell’economia americana”. Insomma, “sebbene la congiuntura si stia riprendendo, facciamo fronte ancora a sfide significative”: basti pensare al tasso di disoccupazione che, “all’8,3%, rimane ancora troppo alto”, ma anche al mercato immobiliare, che resta debole”.

I mercato prestano attenzione anche alle notizie che arrivano dal fronte dell’Europa, con Moody’s che ha declassato sei paesi dell’eurozona, lanciando contestualmente un avvertimento a tre paesi AAA (Austria, Francia e Gran Bretagna).

Deprezzamento dello yen giapponese contro il dollaro americano, a seguito della decisione della Bank of Japan, la banca centrale del Giappone, di aumentare il programma di acquisti di asset a 65 trilioni di yen ($834 miliardi), rispetto ai precendenti 55 trilioni di yen.

In calo dello 0,40% Google, nonostante il colosso abbia ricevuto l’approvazione dell’antitrust per l’acquisto di Motorola Mobility Holdings Inc.

Apple annuncia l’intenzione di voler presentare nella prima settimana di marzo una nuova versione dell’iPad di quarta generazione (4G), secondo quanto riporta il Wall Street Journal. Il titolo fa +1,36%. In generale il comparto hi-tech riporta un trend misto.

In generale, stando a quanto commenta Kevin Giddis, direttore generale della divisione di reddito fisso di Morgan Keegan, “abbiamo raggiunto un livello in corrispondenza del quale è necessario che ci sia una crescita economica che giustifichi i prezzi dei titoli azionari al valore in cui viaggiano”. In più, l’esperto ritiene che “gli investitori molto probabilmente torneranno a rifugiarsi negli asset più sicuri, a discapito di quelli più rischiosi”. E la sua affermazione è confermata dal trend positivo dei Treasury, che puntano verso l’alto dopo il dato sulle vendite al dettaglio degli Stati Uniti.

Sul fronte valutario, l’euro continua a perdere terreno sul dollaro a $1,3126. La moneta unica sale verso lo yen a JPY 102,91, mentre nei confronti del franco svizzero è a CHF 1,2075. Rapporto dollaro/yen in forte rialzo a 78,41.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio avanzano a quota $100,74 al barile, mentre le quotazioni dell’oro scambiano a $1.717,70 l’oncia. Quanto ai rendimenti dei Treasury a 10 anni, questi sono in calo all’1,937%.