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WALL STREET: PETROLIO ANCORA SOTTO I RIFLETTORI

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A meta’ seduta i listini azionari americani sono deboli, incapaci di invertire rotta con decisione dopo i selloff delle ultime giornate. Il Dow Jones perde lo 0.28% a 9730, l’S&P500 lo 0.39% a 1091 e il Nasdaq lo 0.44% a 1906.

In mancanza di catalizzatori e’ sempre il petrolio a condizionare l’andamento dei mercati birosistici. Il prezzo del greggio nel corso della mattinata ha raggiunto il nuovo record di $55.67 al barile per poi ripiegare. A sostenere le quotazioni sono state le agitazioni sindacali in Norvegia, terzo esportatore di greggio al mondo, che rischiano di ridurre i flussi di offerta dal paese. Al centro delle controversie, le societa’ proprietarie di petroliere, che hanno minacciato di boicottare il processo di produzione. In questo momento il future con scadenza dicembre e’ scambiato a $54.90 al barile, in ribasso di 27 centesimi.

Il continuo rincaro dei prezzi energetici aumenta il nervosismo degli operatori finanziari e solleva molte preoccupazioni sulla tenuta dei consumi, sulla crescita dei profitti e sulle prospettive della ripresa. Le performance molto deludenti delle ultime sedute e il pesante deterioramento del quadro tecnico dei principali indici azionari, secondo alcuni analisti, segnala la possibilita’ di un nuovo pericoloso scivolone dei listini. I piu’ pessimisti non escludono la possibilita’ di un nuovo crash.

L’attivita’ di scambio, secondo gli esperti, questa settimana dovrebbe essere limitata. E infatti i volumi della giornata sono piuttosto sgonfi: 600 mila azioni scambiate al Nyse e 750 mila al Nasdaq. In un contesto di incertezza sull’esito delle elezioni presidenziali Usa e’ prevedibile che gli investitori assumano un atteggiamento attendista. Ricordiamo che il 2 novembre gli elettori americani saranno chiamati alle urne per decidere chi sara’ il prossimo presidente degli Stati Uniti. Per il momento i sondaggi tra l’attuale presidente Bush e lo sfidante Kerry sono bilanciati.

Non ha avuto ripercussioni degne di nota il dato sulle vendite di case esistenti
negli Stati Uniti. Nel mese di settembre l’indicatore ha registrato un incremento del 3.1% a 6.75 milioni di unita’, superando le attese degli analisti pari a 6.55 milioni.

Sul fronte societario, l’attenzione resta concentrata sul settore assicurativo, colpito di recente dalle indagini della magistratura Usa. Il Wall Street Journal riferisce che Jeffrey W. Greenberg, chairman e ceo di Marsh & McLennan, il guppo assicurativo al centro dell’inchiesta giudiziaria per reati di truffa, dovrebbe presto rassegnare le dimissioni.

Sotto i riflettori anche il comparto dell’acciaio, dopo l’accordo di fusione annunciato da International Steel Group, Ispat International e LNM Holdings. Dall’operazione nascera’ la prima societa’ dell’acciaio al mondo.

Buone notizie dal settore hi-tech. La banca d’affari Smith Barney ha alzato il rating su 15 societa’ del settore dei semiconduttori. Il ‘bottom’, a suo giudizio, e’ molto vicino.

Tra le blue chip del Dow Jones, i migliori guadagni li registrano AIG, Caterpillar e Alcoa. Sono invece sotto pressione General Motors, Home Depot, Boeing, Altria e SBC Communications. Vedi decine di azioni segnalate da
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Sugli altri mercati, il dollaro e’ ai minimi di 8 mesi contro l’euro. Il cambio tra le due valute e’ a $1.2785. L’oro e’ scambiato a $429.90, in ribasso rispetto ai massimi della sessione. In rialzo i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni, ai minimi di sei mesi e mezzo, e’ al 3.95% contro il 3.98% della chiusura di venerdi’.