*Marco Bonelli, Managing Director di Raymond James, e’ molto conosciuto tra gli investitori istituzionali e i trader italiani. I suoi commenti quotidiani di meta’ seduta sull’andamento della Borsa Usa (comprese le indicazioni di trading operativo e le posizioni rialziste) non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.
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La sessione di oggi si e’ aperta in lettera. Ieri sera Dell (DELL) ha pubblicato risultati trimestrali deludenti. Questa mattina, sia il dato sul deficit commerciale che quello sul “sentiment” dell’Universita’ del Michigan sono stati negativi. Inoltre, il prezzo del greggio e’ in rialzo di $1.10 a $66.90 al barile.
Al momento, l’indice Dow Jones e’ in ribasso di 102 punti a 10583, Nasdaq sta perdendo 27 punti a 2147 e l’S&P500 e’ in lettera di 10 punti a 1227.
Si stanno distinguendo in positivo i settori finanziari, servizi per le telecomunicazioni, linee aeree, biotecnologia, semiconduttori e trasporti.
L’indice VIX si trova al livello di 12.79. L’indice ”advance/decline” sta facendo registrare una lettura di -1400. I volumi sul NYSE sono di 542 milioni di titoli scambiati.
L’indice Dow Jones ha chiuso a quota 10685.89, riportandosi cosi’ 86 punti al di sopra dell’importante livello di resistenza di 10600. Sarebbe positivo se il mercato fosse ora in grado di chiudere oltre 10700, diventato un importante livello di resistenza, accompagnato da volumi in espansione e da “internals” di qualita’.
Lo scorso hanno il mercato aveva fatto segnare un minimo intorno a 9800 a meta’ agosto ed era stato poi in grado di salire fino a 10400 verso meta’ settembre. Verso la fine di ottobre era pero’ risceso a 9700, per poi risalire e raggiungere 10800 a fine anno.
Vedremo dunque se anche quest’anno il mercato sara’ in grado di tenere intorno a questi livelli e successivamente tornare a nuovi massimi.
TRADING OPERATIVO:
Questa mattina la nostra posizione su AU si trova in lettera dello 0.3%.
Vedi decine di small e medium cap in forte crescita segnalate da
WSI nella rubrica Titoli Caldi, una delle 10 sezioni in tempo reale
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DA QUI ALLA CHIUSURA:
Lunedi’ mattina, sara’ pubblicato il dato macro sull’indice dello Stato di New York.
POSIZIONI RIALZISTE:
AU (APERTA IL 7/4 A $35.12; ATTUALE $35.0; PERF -0.34%)
BORSA: WALL STREET GIU’ CON PETROLIO VERSO I 70 DOLLARI/ANSA
ROMA, 12 ago – Forse oggi gli operatori di Borsa a New York hanno cominciato ad aprire gli occhi e vedendo che il prezzo del petrolio veleggia ormai pressoché indisturbato verso i 70 dollari al barile hanno preso una volta per tutte atto di questa situazione, vendendo azioni.
La conseguenza è che gli indici perdono circa un punto percentuale, peggio di tutti il Nasdaq composite, che accusa una flessione di circa l’ 1,2%. Fino ad oggi, peraltro, il ciclone-petrolio è sembrato essere un fenomeno confinato al più o meno ristretto ambito dei distributori di carburante, quindi un problema essenzialmente dei cittadini che ogni giorno, quando fanno rifornimento, sono costretti a pagare un prezzo crescente.
Per il resto, l’ economia e la Borsa hanno forse sottovalutato l’ entità del fenomeno, con i prezzi che potrebbero presto arrivare anche a quei 105 dollari al barile pronosticati appena qualche mese fa da Goldman Sachs fra la derisione generale. Ma oggi, alla luce anche di alcuni dati congiunturali che riflettono la portata di questo problema, anche la Borsa ha cominciato a perdere terreno, perché è chiaro che a questi livelli i contraccolpi per le aziende e per l’ intera economia saranno inevitabili.
Si ha un bel dire che non si è più davanti agli ‘choc’ petroliferi di un tempo, che il prezzo del petrolio, aggiustato in base all’ inflazione, è più basso rispetto ai picchi storici di qualche decennio fa, che, insomma, la situazione è strutturalmente cambiata. Vero è invece che in appena pochi mesi i prezzi sono più che raddoppiati, il che rappresenta a tutti gli effetti un vero e proprio salasso per tutti. Oggi sono arrivati appunto alcuni dati congiunturali dagli Usa che incorporano l’ allarme-greggio.
I prezzi all’ importazione a luglio sono saliti dell’ 1,1%, una crescita interamente attribuibile alla componente ‘oil’. La bilancia commerciale di giugno ha chiuso con un deficit di 58,8 miliardi di dollari, di cui in massima parte è responsabile sempre il petrolio. Infine, l’ indice Michigan sulla fiducia dei consumatori ad agosto è ripiegato contro ogni previsione, proprio perché, pur in un contesto congiunturale favorevole, il prezzo dei carburanti anche negli Usa è alle stelle.
La seduta negativa di Borsa a New York è peraltro addebitabile anche alla performance di Dell, che accusa un calo del 7,8% a 36,5 dollari, dopo aver comunicato che nel secondo trimestre le vendite hanno rallentato e lo stesso faranno nel trimestre in corso. Gli operatori hanno quindi cominciato a vendere massicciamente il titolo, come già avevano fatto qualche giorno fa con Cisco Systems, nonostante che Dell nel secondo ‘quarter’ abbia contabilizzato qualche cosa come 1,02 miliardi di dollari di utile.
Sulla scia di Dell i tecnologici sono in sofferenza, fra questi in particolare i semiconduttori, con Intel che cede 53 cents, a 26,29 dollari. Cisco Systems, leader nelle forniture per le tlc, a sua volta arretra di 25 cents, a 17,81 dollari. Microsoft perde invece 20 cents, a 27,07 dollari.
Fra i titoli di secondo piano, di rilievo il tonfo di Red Robin Gourmet Burgers, la catena di ristoranti che lascia sul parterre il 23% a 46,11 dollari, appesantito da una trimestrale deludente e dall’ uscita di scena del chief executive officer Michael J. Snyder, travolto da un’ indagine interna sulle spese di viaggio e di intrattenimento.
Tornando ai tecnologici, in decisa controtendenza Nvidia, azienda che opera nel comparto dei chips per la grafica, +90 cents a 29,15 dollari, dopo che nel secondo trimestre i profitti sono saliti a 41 cents per azione, contro i 34 cents ipotizzati dagli analisti. Bene anche Taser International, l’ azienda salita agli onori della cronaca per la produzione delle discusse armi ad effetto stordente, +67 cents, a 9,11 dollari.
La società ha beneficiato di una pronuncia dei giudici dell’ Arizona che hanno rigettato le accuse di presunta pericolosità di queste tecnologie, molto utilizzate attualmente dalle forze dell’ ordine.
Attorno alle 18.25 ora italiana il Dow Jones perde lo 0,94% a 10.584,94 punti, il Nasdaq composite l’ 1,22% a 2.148,02 e lo S&P 500 lo 0,81% a 1.227,82.