New York – Chiusura in deciso rialzo per la borsa americana, vicino ai massimi di seduta. Il Dow Jones mette a segno un balzo dell’1,6% e ancora piu’ tonici Nasdaq e S&P 500 che guadagnano quasi il 2%. In calo i prezzi del petrolio mentre l’oro va giu’ a candela e perde circa $20 l’oncia.
Il paniere delle blue chip avanza dell’1,59% a quota 12.258,20, il Nasdaq l’1,84% in area 2.798,74, mentre l’S&P 500 dell’1,72% in area 1.330,97.
A riportare il sereno e la voglia di fare acquisti e’ in particolare il rapporto sull’occupazione settimanale, ma anche il calo dei prezzi del greggio ha sicuramente offerto un contributo importante. Gli indici hanno cosi’ potuto rimbalzare con successo dopo le ultime tre sedute nel complesso sottotono, anche a causa della situazione sempre piu’ critica in Libia.
A trainare il Dow, che ha guadagnato 200 punti, sono stati Caterpillar, Boeing e American Express. Tra i settori migliori figurano, oltre agli industriali, anche le societa’ di assistenza medica e i finanziari. L’indice di volatilita’ del Vix, considerata misura attendibile della paura che aleggia sui mercati, e’ sceso sotto quota 19 punti.
“Al mercato sono piaciuti molto i numeri sul mercato del lavoro”, dice alla Cnbc Jeremy Zirin, chief U.S. equity strategist di UBS Wealth Management. “La componente piu’ fragile della ripresa sono stati i posti di lavoro, e ora stiamo iniziando a vedere una reazione veramente positiva”. Il tutto alla vigilia della pubblicazione del rapporto occupazionale mensile governativo.
La flessione superiore alle previsione del numero di sussidi di disoccupazione sotto quota 400.000 ai minimi di tre anni ha riacceso le speranze di una vera ripresa della componente piu’ fragile sinora dell’economia americana. I risultati registrati dalle societa’ di vendite al dettaglio nei negozi aperti da almeno un anno hanno avuto poco risalto e sono finora stati contrastanti, mentre l’ISM non manifatturiero e’ salito ai massimi di cinque anni.
Il ribasso del valore dell’oro nero dopo che ieri era salito ai massimi di oltre due anni a quota $102 al barile e’ stato molto piu’ marcato in un primo momento, sulla scia della notizia secondo cui l’offerta per un accordo di pace in Libia presentata dal presidente venezuelano Hugo Chavez e’ stata accolta con favore dal colonnello Gheddafi. Ma i rivoltosi e le forze di opposizione hanno fatto sapere che non accetteranno mai un simile piano.
Secondo Al Jazeera, il piano prevede la formazione di una commissione composta dai rappresentanti di America del Sud, Europa e Medioriente che avra’ il compito di trovare un punto di incontro tra Gheddafi e le forze antigovernative. Ma sui mercati energetici e’ tornata a salire la tensione dopo che una nuova serie di attacchi aerei contro i ribelli ha colpito la citta’ di Brega.
Nelle ultime ore, e’ poi arrivata la richiesta di Obama rivolta a Gheddafi di andarsene subito, invocando la perdita di leggittimita’. Sul tavolo di Washington tutte le opzioni sono sul tavolo, anche quella militare.
Anche i prezzi dell’oro sono calati, mentre i titoli delle societa’ minerarie sono state tra le piu’ colpite dalle vendite con Barrick Gold e Newmont Mining. Se l’euro si riporta in area $1,39-$1,40, lo deve alle parole da vero falco pronunciate dal numero uno della Bce Trichet, che ha citato il pericolo inflazione, parlando di uno shock di prezzi delle materie prime.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico i futures con scadenza aprile del greggio scambiano in flessione dello 0,31% a $101,9 il barile. I contratti con scadenza aprile dell’oro cedono l’1,48% a $1.416,4 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro avanza dello 0,69% a $1,3961. Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale vale il 3,572%, in progresso di 10,8 punti base.