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WALL STREET: PESANTI VENDITE, PERDITE SUPERIORI AL 2%

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Giornata nel segno delle vendite a Wall Street causate dalle preoccupazioni relative al comparto del credito e ad un rallentamento dell’economia. Il Dow Jones ha perso l’1.97% a 12075, l’S&P500 il 2.04% a 1377, il Nasdaq e’ arretrato del 2.15% 2350. Tra gli operatori continua a dominare l’incertezza e l’instabilita’ creatasi nel settore finanziario contribuisce a rendere maggiormente critica la situazione sui mercati. L’indice industriale e’ in calo di 670 punti dai massimi storici registrati lo scorso 20 febbraio.

L’allarme di default che sta sconvolgendo il comparto dei crediti immobiliari ad elevato rischio (“subprime”) sta continuando a pesare sul sentiment degli investitori, mettendo in ginocchio i grossi istituti finanziari con elevata esposizione.

New Century Financial ([[NEWC]]), il cui titolo era stato sospeso dalle contrattazioni per eccesso di ribasso nell’ultima seduta, ha ricevuto una nota di delistamento da parte del Nyse che ha costretto l’azienda ad essere scambiata nel mercato meno prestigioso e regolato delle Pink Sheets. La societa’ e’ finita anche nel mirino degli investigatori: la Sec, organo di controllo della borsa Usa, ha aperto un indagine sulle attivita’ del gruppo.

In ribasso anche la rivale Countrywide Financial ([[CFC]]) che ha riconfermato le deludenti stime sugli utili trimestrali a causa delle insolvenze; la societa’ e’ stata costretta anche a ridurre la forza lavoro per 108 posti. In caduta libera (-60%) Accredited Home Lenders ([[LEND]]) dopo aver comunicato problemi di liquidita’ che potrebbero spingere la societa’ alla “ricerca di alternative strategiche”.

I forti ribassi giornalieri seguono il rapporto diffuso proprio in mattinata relativo all’ andamento delle insolvenze, il cui tasso ha toccato un record del 4.94% nell’ultimo trimestre, in progresso dal 4.67% dei tre mesi precedenti.

Le vendite hanno colpito maggiormente i comparti bancario e brokeraggio; JP Morgan ([[JPM]]), American Express ([[AXP]]) e Citigroup ([[C]])hanno guidato i ribassi all’interno del Dow Jones. In forte calo anche il colosso dell’auto General Motors ([[GM]]) il cui braccio finanziario GMAC potrebbe risentire sensisbilmente della crisi del comparto. Gli unici titoli dell’indice industriale in grado di chiudere in territorio positivo sono stati 3M ([[MMM]]) e AT&T ([[T]]).

A mettere maggiore pressione ai titoli tecnologici ci ha pensato il deludente aggiornamento infratrimestrale diffuso dal colosso dei chip per la telefonia mobile Texas Instruments ([[TXN]]). La societa’ La societa’ ha annunciato che i profitti del trimestre in corso si attestaranno ad un livello inferiore rispetto al limite massimo del range stimato in precedenza.

Neanche il comparto petrolifero e’ riuscito a chiudere in rialzo a causa dell’improvvisa inversione di rotta effettuata dal greggio nell’ultima ora di scambi che lo ha costretto a chiudere ai peggiori livelli di sei settimane. I futures con consegna aprile sono arretrati di 98 centesimi a $57.93 dopo essersi avvicinati a quota $60 durante l’arco delle contrattazioni.

Un ulteriore elemento di preoccupazione per gli investitori e’ stato rappresentato dai deludenti dati macroeconomici diffusi in mattinata. Con il mercato gia’ dubbioso sul passo della crescita economica, ad infierire maggiormente sono stati i numeri relativi alle vendite al dettaglio di febbraio, attestatisi a livelli inferiori al consensus, sollevando ulteriori preoccupazioni sul rallentamento economico. L’indicatore e’ salito di un modesto 0.1% contro lo 0.3% atteso; in calo -0.1% la versione “core” in controtendenza con le stime degli analisti.

Sugli altri mercati, sul valutario euro stabile nei confronti del dollaro poso sotto 1.32. L’oro e’ arretrato di appena 90 centesimi a $649.40 l’oncia. In buon progresso i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.4950% dal 4.5530% della chiusura di lunedi’.