A meta’ seduta gli indici azionari americani sono in territorio negativo, condizionati dal warning emesso da Intel giovedi’ sera. In modesta flessione il Dow Jones e l’S&P 500 che perdono rispettivamente lo 0.05% a 10285 e lo 0.22% a 1115. Piu’ pesanti le perdite al Nasdaq che cede l’1.54% a 1844.
Piuttosto sgonfi i volumi: 500 milioni di azioni scambiate al Nyse e 700 milioni al Nasdaq. Terminata la convention repubblicana che per quattro giorni ha paralizzato la citta’ di New York, gli operatori si stanno preparando al lungo ponte festivo per il Labor Day. A tal proposito ricordiamo che i mercati rimarranno chiusi lunedi’ in occasione della festivita’.
A condizionare negativamente la seduta sono soprattutto le preoccupazioni sulle prospettive di Intel. Giovedi’ dopo la chiusura delle borse il colosso dei semiconduttori ha annunciato di aver ridotto le stime di fatturato per il terzo trimestre a $8.3-$8.6 miliardi dai precedenti $8.6- $9.2 miliardi. Il principale produttore mondiale di chip ha inoltre dichiarato che il livello delle scorte e’ destinato ad aumentare a causa della debolezza della domanda di PC.
Numerosi gli analisti che ancora prima dell’apertura odierna delle borse hanno abbassato le previsioni sulla compagnia, che perde al momento quasi l’8%. Alcuni, tuttavia, rimangono ottimisti sulle prospettive di Intel e raccomandano l’acquisto di azioni di societa’ del settore dei semiconduttori sulla recente debolezza. Ricordiamo che oltre a Intel hanno rivisto al ribasso le stime anche Altera, Integrated Device Technology e Cypress Semiconductor.
A temperare l’impatto negativo delle notizie su Intel e’ intervenuto il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti. Nel mese di agosto l’economia americana ha creato 144.000 posti di lavoro. Il dato e’ lievemente inferiore al consensus degli economisti che si aspettavano un incremento di 150.000 unita’. Ricordiamo che nel mese di luglio l’indicatore aveva evidenziato un aumento di appena 30.000 nuovi posti ed era stato accolto con molta delusione dal mercato. Il dato e’ stato poi rivisto a oltre il doppio, 73.000. E’ scesa ai minimi di 3 anni la percentuale di disoccupati, che passa al 5.4% dal 5.5% del mese precedente.
Sempre dal fronte macroeconomico, ha deluso le attese l’indice ISM Servizi. Nel mese di agosto l’indicatore del comparto dei servizi Usa e’ sceso a quota 58.2 dal 64.8 di luglio. Gli operatori avevano pronosticato 62.2 punti.
Tra i trenta titoli del Dow Jones i migliori guadagni li realizzano McDonald’s, SBS Communications e DuPont. Sono sotto pressione, oltre a Intel, Hewlett Packard, Microsoft, United Tech, General Motors e Home Depot. Da notare che diverse blue chip hanno oggi raggiunto i massimi di 52 settimane (Boeing, Exxon Mobil, Procter & Gamble and Verizon). Vedi decine di azioni segnalate da
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Sugli altri mercati il dollaro, spinto dai dati macroeconimici, e’ in rialzo sull’euro. Il cambio tra le due valute e’ a $1.2056. Continua la discesa dell’oro, in calo per la terza sessione consecutiva. Il metallo prezioso perde $4.90 a $400.60.
In rialzo il petrolio. Il future con scadenza ottobre guadagna $0.19 a $44.25, spinto dalle preoccupazioni preoccupazioni per la situazione in Russia di OAO Yukos, per il rischio attentati agli oleodotti in Iraq e per il calo del livello delle scorte registrato negli Stati Uniti.
In flessione i titoli di Stato. Il rendimento del Treasury a 10 anni e’ al 4.29%.