A meta’ seduta gli indici americani sono in netto ribasso, condizionati dalla debolezza dei titoli tecnologici. Le maggiori perdite si concentrano sul Nasdaq (piu’ esposto al settore hi-tech), che cede il 2.16% a 1769. Meno negativo il bilancio di Dow Jones (-0.57%) ed S&P500 (-0.47%), rispettivamente a quota 9987 e 1070.
Relativamente bassi i volumi di contrazzioni, con 650 e 930 azioni rispettivamente scambiate al Nyse e al Nasdaq.
Il rally dei listini di martedi’, favorito dalle decisioni della Fed sui tassi d’interesse, non ha avuto lunga durata. Sui mercati americani sono presto tornate le vendite, alimentate dall’outllok deludente fornito da Cisco Systems.
Il colosso delle infrastrutture network ha riportato utili trimestrali in aumento, ma ha avvertito che le scorte stanno crescendo e che i clienti stanno divenendo piu’ cauti.
Per il trimestre in corso (il primo fiscale del 2005) l’azienda prevede un fatturato in crescita nel range dello 0%-2%, in misura inferiore alle attese di Wall Street. Immediata la reazione degli analisti, che hanno colpito il gruppo con una raffica di downgrade.
Ulteriori pressioni sui mercati americani sono arrivate dal prezzo del petrolio, oggi particolarmente volatile. Dopo un avvio in lieve calo, il prezzo del greggio ha accelerato al rialzo sulla scia della notizia di una richiesta di bancarotta per Yukos, per poi rallentare e perdere di nuovo terreno dopo l’annuncio della disponibilita’ dell’Arabia Saudita ad alzare la produzione. Il prezzo del greggio e’ ora in calo di 57 centesimi a $43.95 al barile.
Dei trenta titoli che compongono il Dow Jones, i maggiori rialzi li registrano Pfizer (PFE), Johnson & Johnson (JNJ) e Coca-Cola. Guidano la lista dei peggiori Hewlett-Packard (HPQ), Intel (INTC) e IBM (IBM).
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Sul fronte economico, l’unico indicatore oggi in calendario riguarda il Budget del tesoro. Il dato sara’ pubblicato alle 20:00 ora italiana.
Sugli altri mercati, sono invariati i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ al 4.29%. Il dollaro viene scambiato a 1.2221 contro l’euro e l’oro perde $7.4 a $394.90 all’oncia.