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WALL STREET: NESSUNA REAZIONE A DATO ECONOMICO

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Gli indici USA limano solo parzialmente le perdite mezz’ora dopo l’inizio delle contrattazioni.

Mercato muto dopo la comunicazione del dato sulle scorte di magazzino all’ingrosso in febbraio, in calo dello 0,7%. E’ il nono calo consecutivo su base mensile.

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Sul mercato azionario:

– In un clima di tensioni in Medioriente, il settore dei titoli petroliferi dovrebbe essere il principale beneficiario della congiuntura. Occhio quindi ai guadagni di: ExxonMobil (XOM – Nyse), Royal Dutch Petroleum (RD – Nyse), ChevronTexaco (CVX – Nyse).

– Tra gli altri titoli difensivi (considerati un ”investimento sicuro” in caso di crisi) che beneficiano dalla congiuntura: oro e gas naturale.

– Sul Dow pesa particolarmente l’allarme sugli utili di IBM IBM (IBM – Nyse), in calo nelle contrattazioni di preborsa di oltre il 10% dopo aver tagliato le stime sui risultati del primo trimestre, citando il rallentamento della domanda, soprattutto per la divisione relativa alla tecnologia OEM (original equipment manufacturing).

– Un’altra blue chip del Dow in calo e’ Alcoa (AA – Nyse). La banca d’affari Prudential ha tagliato il target price sul titolo.

Sul mercato obbligazionario:

In un clima di forte incertezza politica ed economica, alcuni investitori istituzionali si cautelano sovrappesando gli investimenti nel settore obbligazionario, considerato ”piu’ sicuro” nei tempi di crisi. Secondo la societa’ di ricerca californiana Trim Tabs, infatti, i fondi di investimento azionari hanno perso la scorsa settimana circa $1,1 miliardi. Sul clima d’investimento nell’azionario pesa la situazione di liquidita’ delle aziende USA.

La questione petrolio:

Domani potrebbe essere convocata una riunione straordinaria dell’Opec, il cartello che riunisce i maggiori paesi produttori di petrolio. Il cartello energetico ha pero’ confermato che non utilizzera’ il petrolio come arma di contrattazione nel Medioriente.

I timori relativi all’annnuncio di Saddam Hussein potrebbero essere meno giustificati di quel che sembra. Vale la pensa notare che l’Arabia Saudita ha gia’ fatto sapere che cerchera’ di bilanciare un’eventuale diminuzione di produzione di greggio dall’Iraq. Inoltre, paesi come la Russia hanno ampia capacita’ di aumentare la produzione di greggio.