Dura poco l’euforia sulla Borsa di New York. Aperta la settimana, ieri, con un discreto rialzo, Wall Street riprende il cammino stanco dei giorni scorsi cedendo terreno con tutti e tre i listini principali. A fine contrattazioni, l’indice Dow Jones perde lo 0,81% a 10.591,48 punti mentre lo S&P 500 arretra dello 0,59% a 1.149,10 punti e il Nasdaq dello 0,88% a 2.039,66 punti.
Ad incidere negativamente sulla prima piazza finanziaria mondiale – oggi priva di riferimenti macroeconomici – l’attesa del dato sulla disoccupazione a febbraio in arrivo il prossimo venerdi’ e stimata in via di miglioramento dagli analisti. Proprio l’ottimismo degli esperti (secondo i quali vi sarà un incremento di 130.000 posti di lavoro rispetto a gennaio) e la consueta rilevazione mensile condotta da Challenger, Gray & Christmas sui tagli al personale programmati dalle aziende (-34% rispetto al mese precedente) hanno messo in difficoltà gli investitori.
Una crescita dell’occupazione – benché positiva – è considerata come una sorta di possibile via libera alla Federal Reserve per un rialzo del costo del danaro: eventualità poco gradita agli americani, oramai abituati ai tassi più contenuti degli ultimi 46 anni.
Tra i singoli titoli rallentano in maniera particolare quelli del Dow Jones, trascinati verso il basso da Eastman Kodak (-4%) e United Technologies (-2%) mentre ha tenuto Ford (+0,9%) pur colpita da un calo delle vendire di auto nel mese di febbraio. Frenata per la Walt Disney, attesa domani da una infuocata assemblea degli azionisti (in calo dello 0,4%), e per la società finanziaria Citigroup scesa dell’1,3%. In un settore tecnologico poco brillante – appesantito da Microsoft (-1,1%) e Sun Microsystems (-2,6%) – non sorridono nemmeno le case di semiconduttori, rallentate da Intel (-0,3%) e nonostante Applied Materials (-0,4%) si sia detta pronta a creare 500 nuovi posti di lavoro.