A un’ora dalla chiusura delle contrattazioni sulle borse USA, il Nasdaq continua a precipitare, trascinandosi dietro gli altri inidici.
Verificare aggiornamento indici in tempo reale in prima pagina.
Il tabellone elettronico ha sfondato nuovamente il minimo delle ultime 52 settimane, toccando quota 2.047,63 , oltre il 60% in meno dal massimo ‘intraday’ raggiunto esattamente un anno fa, il 10 marzo del 2000.
“Adesso come adesso la situazione e’ abbastanza complicata – commenta Hans Kashyap, presidente di Analytics Research Corp. – se il Nasdaq tocca quota 2.050 punti o chiude sotto il precedente minimo di 2.071 punti, e’ possible un ulteriore movimento verso il basso di circa 200 punti”.
A scatenare l’ondata di vendite che sta seppellendo il Nasdaq e’ stato in paticolare il ‘profit warning’ lanciato nella tarda serata di giovedi’ dal gigante dei chip, Intel, a cui si sono aggiunte le notizie giunte in mattinata dal fronte macroeconomico.
In febbraio negli Stati Uniti il tasso di disoccupazione si e’ attestato al 4,2%, in linea con le previsioni degli analisti.
Il mercato e’ rimasto pero’ particolarmente deluso dal rapporto sulle paghe orarie cresciute dello 0,5% in febbraio, a fronte di una previsione dello 0,3%. Il dato evidenzia una ripresa delle tendenze inflazionistiche ed e’ stato letto dal mercato come un freno all’azione sui tassi della Fed.
“Le condizioni dell’economia USA non sono poi cosi’ cattive come molti avevano anticipato – commenta Kevin Logan, economista di Dresdner Kleinwort Wasserstein – diminuiscono quindi le probabilita’ di un taglio dei tassi prima del 20 marzo”.