Il Nasdaq Composite continua ad accentuare le perdite della mattinata sfondando nuovamente il minimo degli ultimi 12 mesi. Dai massimi del marzo 2000, il tabellone elettronico ha perso ormai il 67%.
Permane il blocco degli ordini automatici di vendita sul Nyse, una misura per prevenire l’eccesso di ribasso. Tutti le 30 blue chip sono in rosso e l’indice Dow Jones, ormai sotto quota 9.500, segna una cessione di piu’ di 300 punti.
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A innescare la raffica di ordini di vendita sono stati i ‘profit warning’ che dalla serata di lunedi’ hanno colpito il settore dei software. Gli annunci di Ariba (ARBA – Nasdaq), Inktomi (INKT – Nasdaq) e BroadVision (BVSN – Nasdaq) – fra le altre – hanno spinto in forte calo anche il tracking stock del Nasdaq 100 (QQQ) che, con ribasso del 5,5%, e’ sceso ai nuovi minimi storici.
“Gli investitori temono che ancora per diverse settimane possano arrivare annunci negativi come questi”, commenta John Leo, money manager del fondo Northern Technology Fund.
Tra gli elementi che pesano sull’andamento della borsa, ci sono anche le notizie negative arrivate dall’indice compilato dalla Federal Reserve di Chicago.
Il ‘Chicago Fed Index’ e’ sceso in febbraio ad un livello pari a -0,89, contro il -0,87 di gennaio. Secondo la Fed di Chicago il declino dell’indice indica una maggiore possibilita’ che l’economia americana possa trovarsi in recessione.
Gli economisti della banca federale di Chicago precisano pero’ che, nei periodi di recessione passati, l’indice e’ sempre stato molto piu’ basso rispetto al livello attuale.