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WALL STREET: NASDAQ IN RIALZO, DOW SULLA PARITA’

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Stretto tra la pessima perfomance di Philip Morris (MO – Nyse) e la spinta positiva di Intel Corp. (INTC – Nasdaq), il listino dei titoli industriali presenta un grafico oscillatorio ora orientato sulla parita’ a quota 11.077 punti.

Decisamente migliore la fotografia del tabellone elettronico il cui grafico presenta un andamento al rialzo sui 2.243 punti grazie al colosso leader nella costruzione di semiconduttori e Cisco Systems(CSCO – Nasdaq).

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Il risveglio del comparto high tech trae le sue ragioni dai dati diffusi nella serata di mercoledi’ dalla Semiconductor Industry Association.

Secondo le stime dell’associazione, la vendita di semiconduttori dovrebbe registrare nella seconda meta’ dell’anno un netto miglioramento.

A dare conforto agli investitori sono le ipotesi per il prossimo anno durante il quale si assistera’ a una crescita del 20% della vendita di semiconduttori.

“Malgrado la battuta d’arresto dettata da un eccesso di scorte per quest’anno, il mercato e’ in procinto di crescere dai $149 miliardi nel 1999, ai $283 miliardi nel 2004, con un incremento medio annuale del 14%, ha sottolineato Kirk Pond, Ceo dell’associazione.

Il tentativo di rimbalzo dei tecnologici controbilancia cosi’ la pessima perfomance di Philip Morris (MO – Nyse) condannata a un maxi risarcimento a un malato di cancro.

La sentenza, che impone il piu’ grande risarcimento da parte di una societa’ di tabacco in seguito a una causa legale avviata da una singola persona, andra’ a favore di Richard Boeken, 56enne che ha accusato la societa’ di non averlo adeguatamente messo in guardia sui danni provocati dal fumo.

Philip Morris ha annunciato che ricorrera’ in appello.

Contradditoria la performance di Broadcom (BRCM – Nasdaq).

La societa’ californiana, specializzata nei circuiti integrati, prevede di chiudere il trimestre in corso con vendite del 32%-35% inferiori ai $318 milioni registrati nei primi tre mesi del 2001.

Le vendite sono quindi attese tra $207 milioni e $216 milioni, ben al di sotto del consensus (First Call/Thomson Financial) di $254,7 milioni.

La societa’ ha poi aggiunto di essere pronta a tagliare posti di lavoro, consolidare alcune attivita’ e approvare ulteriori misure di riduzione dei costi.

Cionostante il titolo registra un rialzo superiore al 3%.

“C’e mancanza di certezze sugli utili in questo momento'”, e’ il commento di Alan Denholm, della banca d’affari Scottish Widows Investment Partnership.

I dati diffusi dalla Semiconductor Industry Association si contrappongono alle affermazioni di Laurence Meyer, membro del Federal Open Market Committee (FOMC), l’organo della banca centrale responsabile della politica monetaria USA, secondo cui l’economia americana si dovrebbe mantenere debole almeno fino a settembre prima che una ripresa possa avere inizio.

L’economista ha ribadito che i rischi legati all’inflazione rimangono alti, soprattutto se la Fed continuera’ nella sua politica di forti tagli ai tassi – dall’inizio dell’anno la banca centrale USA ha gia’ ridotto il costo del denaro di 250 punti base.

“Sebbene sia ragionevole attendersi una crescita in linea con le stime degli analisti (a un tasso aunnuale di almeno il 3%, NDR) – ha detto Meyers -credo che i rischi siano ancora presenti”.

Prestazione positiva a parte, occhi puntati oggi sul colosso americano Intel, che questa sera dopo la chiusura delle contrattazioni a Wall Street terra’ una conferenza di meta’ trimestre sullo stato di salute della societa’.

Alcuni analisti a Wall Street hanno gia’ espresso preoccupazioni su quello che il primo produttore di semiconduttori al mondo potrebbe riferire, in particolare riguardo agli utili previsti per fine trimestre. Le stime della SIA dovrebbero pero’ almeno in parte fugare i dubbi.

Contribuisce al ripristino di un’atmosfera positiva la previsioni di Stephen Roach, capo economista di Morgan Stanley, sulla crescita economica USA.

Stando all’economista, nel quarto trimestre dell’anno gli Stati Uniti raggiungeranno un incremento del 2,5%

Roach ha aggiunto di aver alzato le previsioni sull’ultimo trimestre dell’anno da una precedente stima di crescita dell’1,5% per rispecchiare gli aggressivi tagli ai tassi di interesse operati dalla Federal Reserve, e una riduzione delle tasse che dovrebbe farsi sentire per la fine dell’anno.

La folata di ottimismo sembra almeno per il momento reggere l’urto del numero di nuove domande di sussidi alla disoccupazione cresciuto al piu’ alto livello in otto anni e mezzo.

Il dato si e’ attestato, nella settimana terminata il 2 giugno, a 432.000 unita’, dai 419.000 della settimana precedente.

Un livello del genere non veniva raggiunto dal 19 settembre 1992.