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WALL STREET: NASDAQ +14% IN DUE SETTIMANE

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SETTIMANA DAL 15 AL 19 GENNAIO 2001

Giudicando dall’andamento dei mercati azionari Usa in quest’ultima settimana, sembra che gli investitori siano di nuovo dell’umore giusto, in termini di possesso di titoli tecnologici.

L’indice Nasdaq, ricco di azioni hi-tech, ha infatti messo a segno un rialzo di 143,88 punti (+5,48%), chiudendo a quota 2.770,38.

Calcolando che la settimana precedente la crescita era stata del 9%, il Nasdaq e’ su del 14% in 14 giorni. Per i castrofisti, apocalittici e ribassisti che prevedevano il Composite a quota 1.000 entro poche settimane, e’ stato tempo di rapide e costose ”ricoperture”.

Dopo il crollo record del 39% nel 2000, il Nasdaq torna cosi’ ad essere l’indice preferito dagli investitori, con una crescita del 12,1% nel 2001.

L’indice hi-tech batte nettamente gli altri due principali indici americani, il Dow Jones Industrial Average e lo Standard & Poor’s 500: il primo e’ in calo dell’1,9% da inzio anno, il secondo in rialzo di appena l’1,7%.

Lo S&P 500 la scorsa settimana ha chiuso in rialzo di 24,22 punti (+1,84%), a quota 1.342,54. Il Dow Jones ha terminato praticamente in pareggio, con una crescita di 62,21 punti (+0,59%) a quota 10.587,59.

Ma ecco di seguito i principali dati economici Usa attesi per la prossima settimana:

INDICATORI

MESE*

DATA

STIME

PRECEDENTE

Superindice economico

dicembre

22/01

-0,3%

-0,2%

Costo del lavoro

4 trim.

25/01

+1,1%

+0,9%

Ordini beni durevoli

dicembre

26/01

-0,5%

+2,5%

*mese o periodo di riferimento; fonte:
Business Week

Sul fronte energetico, la decisione dell’OPEC, l’organizzazione dei Paesi esportatori, di tagliare la produzione del 5% e’ riuscita ad avere l’effetto desiderato portando in rialzo il prezzo del greggio sui mercati americani.

A partire dal primo febbraio prossimo infatti l’output giornaliero verra’ ridotto di circa 1,5 milioni di barili, una decisione che scontenta i governi dei paesi importatori, in particolare Stati Uniti ed Europa, che speravano in una decisione che mantenesse lo status quo.

L’insoddisfazione emerge anche dalla International Energy Agency, l’ente di consulenza per i 25 Paesi piu’ industrializzati, secondo cui l’aumento dei prezzi del petrolio incidera’ sulla domanda nel settore energetico e accentuera’ il rallentamento dell’economia.

Al Mercantile Exchange di New York, il contratto future sul greggio con scadenza febbraio 2001 ha chiuso venerdi’ a quota $32,10 al barile, in rialzo del 6,82% rispetto alla rilevazione della settimana scorsa.

Sul fronte valutario, il dollaro continua a riconquistare terreno nei confronti dell’euro, che ha chiuso la settimana a quota $0,9340, in ribasso dell’1,82% rispetto alla settimana precedente. Per un biglietto verde servono venerdi’ 2.073,3 lire.

Ulteriori dati possono essere reperiti negli articoli sulla chiusura dei mercati americani di martedi’ 16, mercoledi’ 17, giovedi’ 18 e venerdi’ 19 gennaio 2001. Lunedi’ 15 gennaio i mercati sono rimasti chiusi in osservanza della festivita’ del Martin Luther King’s Day.

Ecco come si sono comportati gli indici nel corso della settimana:





DATA

DATA

NASDAQ*

DOW JONES*

S&P 500*

16/01/2001

2.618,55

10.652,66

1.326,65

17/01/2001

2.682,78

10.584,34

1.329,47

18/01/2001

2.768,49

10.678,28

1.347,97

19/01/2001

2.770,41

10.587,59

1.342,55

*(per i grafici degli indici: Nasdaq, Dow Jones, S&P 500)