New York – Alla spiacevole sorpresa arrivata dall’attivita’ manifatturiera dell’area di New York, risponde il dato migliore del previsto delle vendite al dettaglio e cosi’ il mercato azionario americano reagisce dopo la peggiore settimana dell’anno.
In chiusura il Dow guadagna +71,82 punti (+0,56%) a 12.921,41, mentre il Nasdaq, appesantito da Apple, cede -22,93 punti (-0,76%) a 2.988,40, e l’indice allargato S&P500 lascia sul campo un timido -0,69 punti (-0,05%) a 1.369,57.
L’ottimismo e’ alimentato dalle vendite al dettaglio – cresciute +0,8% in marzo, confermando il trend positivo dei consumi nel 2012 – e dai buoni risultati societari della banca Citigroup. I profitti sono calati, ma sono comunque risultati piu’ alti delle stime di partenza e ha un impatto positivo la ripresa delle attivita’ di investment banking.
Di contro, l’indice Empire State della Federal Reserve Bank di New York, che misura le condizioni del settore manifatturiero, ha subito un’improvvisa frenata al 6,6 dal 20,2 di marzo, questi ultimi i livelli più alti dal marzo 2010. Un numero oltre lo 0 e’ sinonimo di crescita.
La scorsa settimana l’azionario Usa ha ceduto circa il 2%, andando a registrare la peggiore variazione settimanale del 2012, con i rendimenti dei titoli di debito spagnoli a 10 anni in forte rialzo, verso la soglia critica del 6%.
A pesare sul sentiment sono anche i dati in arrivo dalla Cina, con la crescita economica che si attesta su un più modesto +8,1% nel primo trimestre dell’anno, contro attese di +8,4% e +8,9% nei tre mesi precedenti.
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Dal fronte societario, Citigroup ha chiuso il primo trimestre fiscale con un utile pari a $2 miliardi 930 milioni, equivalente a 95 centesimi per azione. Il titolo guadagna l’1%, nonostante la delusione per i ricavi, scesi del 12%.
Bene anche Walt Disney, dopo l’annuncio di un accordo con la cinese DMG Entertainment per la creazione del nuovo film Iron Man 3.
Apple cade vittima della peggiore seduta degli ultimi sei mesi, con i titoli che cedono quasi il 2% sotto quota $600.
Restando sempre nell’universo hi-tech, in calo anche Oracle: sui titoli pesa la disputa legale con Google sull’utilizzo del software Android, ormai incorporato in oltre 150 milioni di dispositivi.
In ambito valutario, la valuta unica riconquista la soglia di $1,31 attestandosi a quota $1,3117. Contro lo yen l’euro a JPY 105,57, risalendo dai minimi dallo scorso 20 febbraio toccati in corrispondenza di JPY 104,85. La moneta unica risale anche dai minimi testati nei confronti della sterlina, fino a 82,21, un livello che non si vedeva dal settembre del 2010. Rapporto dollaro/yen in flessione a JPY 80,38, con lo yen che viaggia sui massimi dallo scorso 29 febbraio
Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio scendono a $102,93 al barile, mentre le quotazioni dell’oro arretrano a $1.649,70 l’oncia.