Giornata di vendite per i mercati americani, concentrate maggiormente sul settore tecnologico, indebolito dalle deludenti trimestrali di Intel ([[INTC]]) e Yahoo! ([[YHOO]]). Il Dow Jones ha ceduto lo 0.38% a 10854, l’S&P500 lo 0.39% a 1277, il Nasdaq e’ arretrato dell’1.00% a 2279.64.
Ad aggravare la situazione erano state, gia’ prima dell’apertura di Wall Street, le preoccupanti notizie giunte dai mercati asiatici, in cui le contrattazioni sono state sospese in anticipo per eccesso di ribasso. L’indice giapponese Nikkei e’ arretrato di oltre il 3% sulla scia dello scandalo che ha interessato la societa’ di provider Internet, Livedoor, per gravi irregolarita’ finanziarie.
Nella giornata di martedi’, subito dopo la chiusura delle borse, il colosso dei chip Intel ([[INTC]]) ha annunciato profitti inferiori a quelle che erano le stime degli analisti, principalmente a causa della povera domanda per i processori usati nei computer desktop. Il titolo e’ precipitato di oltre l’11%, danneggiato anche dalla pioggia di giudizi negativi di molte banche d’affari che ne hanno rivisto al ribasso rating e target price.
Allo stesso modo, anche il titolo [[YHOO]] e’ calato di oltre dodici punti percentuali, in seguito alla comunicazione degli utili rivelatisi inferiori alle attese di Wall Street.
I poveri risultati comunicati nella giornata di ieri hanno cosi’ riaperto i dubbi sul possibile irrobustimento dei risultati aziendali, come preannunciavano molti anlisti alla vigilia della stagione degli utili. Fino ad oggi, dalla lettura delle trimestrali sono emersi solo dati preoccupanti e comunque inferiori alle attese degli anlisti, fatta eccezione per [[IBM]], oggi avanzato piu’ dell’1% e risultato uno dei migliori componenti dell’indice industriale.
Il colosso informatico, sempre nell’after hour di martedi’, ha riportato un balzo del 13% sugli utili rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, battendo cosi’ il consensus del mercato.
Note positive sono emerse sia dal fronte energetico che da quello macro, poco efficaci, pero’, ai fini di un recupero dei listini. Il petrolio ha ritracciato dai massimi degli ultimi quattro mesi per chiudere sotto i $66 al barile. I futures con scadenza febbraio hanno ceduto 58 centesimi a quota 65.73. Ricordiamo che la comunicazione del dato settimanale sulle scorte avverra’ giovedi’ a causa della chiusura dei mercati nella giornata di lunedi’.
Nel mese di dicembre sono sorprendentemente scesi dello 0.1% i prezzi al consumo. Gli economisti si attendevano, infatti, un incremento dello 0.2%. In linea con le stime il dato “core”, l’indice depurato delle componenti piu’ volatili quali cibo ed energia, avanzato dello 0.2%.
Commenti positivi sono stati espressi anche nel Beige Book della Fed, da cui e’ emerso che nelle ultime sei settimane l’economia Usa ha continuato ad espandersi ad un passo “moderato” nella maggior parte dei distretti degli USA, accompagnata da un “contenuto” aumento dei prezzi. Le pressioni inflazionistiche sono state, infatti, meno intense nell’ultimo periodo dell’anno rispetto ai primi trimestri.
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Sugli altri mercati, in calo l’oro. Il contratto futures con scadenza febbraio e’ arretrato di $9.80 a quota $544.50 all’oncia. Stabile l’euro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York, il cambio nei confronti del dollaro e’ a quota 1.2105. In leggero ribasso, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito a 4.34% dal 4.332% di martedi’.