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WALL STREET: MERCATI AZIONARI SENZA BUSSOLA

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Seduta nel segno della volatilita’ a Wall Street, con gli indici che, dopo aver toccato nuovi minimi di cinque mesi, hanno attraversato la linea di parita’ piu’ volte per poi chiudere contrastati. Il Dow Jones ha chiuso invariato a 10.216, l’S&P500 ha ceduto lo 0.07% a 1.176, il Nasdaq, infine, e’ avanzato dello 0.48% a 2.047. Tutti gli indici sono in territorio negativo, dall’inizio dell’anno.

La mancanza di un catalizzatore significativo e le crescenti preoccupazioni sull’inflazione (e quindi sull’aumento dei tassi d’interesse) sembrano essere i principali fattori responsabili del trend negativo che ha preso forma dall’inizio del mese. L’incertezza sulla crescita economica e sugli utili societari, come conseguenza degli uragani Rita e Katrina che hanno mandato alle stelle i prezzi energetici, non giova poi sul sentiment degli investitori che continuano a mantenere un atteggiamento refrattario verso i mercati azionari.

Neanche i numerosi appuntamenti economici in calendario hanno offerto spunti positivi da originare un convincente rimbalzo degli indici. Il deficit della Bilancia Commerciale nel mese di agosto si e’ attestato ad un valore pressocche’ simile a quello stimato degli analisti, registrando un’espansione dell’1.8% a quota $59 miliardi, dai $57.9 mld fatti registrare a luglio.

Nel mercato del lavoro, sono scese di due mila unita’ le nuove richieste per sussidi di disoccupazione a quota 389.000, ma il consensus era per un calo a 360 mila. Infine, per quanto riguarda i prezzi all’importazione, il dato ha registrato un balzo del 2.3%, maggiore incremento degli ultimi 15 anni, contro le stime di un +0.7%.
Domani saranno comunicati i dati sui prezzi al consumo. Le stime degli economisti sono per un incremento dell’indicatore dello 0.9%, dello 0.2% per il dato “core”.

Intanto nel comparto energetico, il petrolio ha segnato il primo calo della settimana (se si esclude quello di lunedi’ di appena 4 centesimi), arretrando ad un soffio sopra i $63. Il contratto con scadenza novembre ha ceduto $1.04 a quota $63.08 al barile. A far scattare le vendite sono stati gli ultimi aggiornamenti sulle scorte, rivelatisi in aumento per la prima volta dopo sette settimane.

Per quanto riguarda gli sviluppi societari, sotto i riflettori il colosso Internet, Google, e la societa’ media, Comcast. Le due aziende sarebbero interessate all’acquisto di una quota del provider Web, America OnLine, sussidiaria di Time Warner: l’affare potrebbe aggirarsi intorno ai $5 miliardi.

Negativi i titoli del settore energetico e bancario: l’Amex Oil Index si e’ deprezzato ci circa il 3%, l’Amex Securities Broker/Dealer index (XBD) ha ceduto oltre l’1%.

All’interno del Dow Jones, buone notizie sono giunte da McDonald’s. Il colosso fast food ha comunicato un aumento delle vendite sul territorio europeo ed ha offerto un outlook favorevole per il prossimo trimestre, superiore alle attese degli analisti. Bene anche Johnson & Johnson (risultata la migliore blue chip) sui commenti positivi di alcuni analisti, Microsoft ed American International Group. Sotto pressione, invece, Altria, su cui pende il risultato di un importante processo, Boeing ed Exxon Mobil.

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Sugli altri mercati, l’euro ha esteso leggermente le perdite sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.2026. In ribasso l’oro, che nelle ultime sessioni si e’ allontanato dai massimi di 18 anni (oltre quota $482). Il future con scadenza dicembre ha chiuso in calo di $2.80 a quota $473.80 all’oncia. In ribasso, infine, anche i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.47%, dal 4.45% di mercoledi’.