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WALL STREET: LISTINI NEGATIVI, NON BASTA SPRINT FINALE

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Inizio di settimana negativo per gli indici americani che, grazie al recupero dell’ultima ora, sono riusciti ad arginare le perdite, chiudendo lontani dai minimi livelli intraday. Il Dow Jones e’ arretrato dello 0.17% a 11125, l’S&P500 dello 0.39% a 1262, il Nasdaq ha ceduto lo 0.96% a 2172. Si tratta del minimo degli ultimi sei mesi e mezzo. Sul Nyse sono stati scambiati 2.05 miliardi di titoli, sul Nasdaq 2.28 miliardi.

A mettere pressione ai listini fin dalla mattinata sono stati i soliti timori su inflazione e tassi d’interesse. Il diffuso sell-off sui comparti energetico e dei metalli preziosi, poi, aveva contribuito ad affossare i titoli dei relativi settori, aprendo le prospettive di un possibile rallentamento economico.

Nelle ultime ore di contrattazioni, sia il petrolio che l’oro hanno invertito rotta, liberandosi dalla debolezza che li aveva colpiti durante le ore della mattinata, passando in territorio positivo.

A trascinare al rialzo il greggio e’ stato l’ultimo rapporto dell’Amministrazione Atmosferica Nazionale relativa ad un’intensa attivita’ di uragani nei prossimi mesi. Inutile ricordare cosa accadde l’anno scorso nel periodo compreso tra giugno ed agosto con le due tempeste Rita e Katrina. I futures con scadenza giugno, oggi al loro ultimo giorno di contrattazione, hanno recuperato da un minimo intraday di $67.42 (peggior livello di sette settimane), per chiudere in progresso di $1.07 a quota $69.60 al barile.

Nel comparto dei metalli preziosi, in recupero anche l’oro. Dopo aver toccato i minimi di tre settimane, i futures con consegna giugno sono riusciti ad archiviare la sedutain rialzo, seppur marginale (+$0.20), a $657.70 l’oncia. Nonostante i forti dubbi sulla possibile fine del sell-off sul settore, gli esperti restano fiduciosi sulla commodity che potrebbe arrivare a toccare un target price di $850 entro la fine dell’anno.

Tra le notizie giugnte dal fronte societario va segnalata la proposta avanzata dal Nyse, sul gruppo borsistico europeo Euronext, nel tentativo di dare vita al piu’ grande operatore di Borsa del mondo. Il valore dell’operazione si aggira intorno a $10.2 miliardi, da pagarsi in cash e titoli. L’offerta e’ stata effettuata pochi giorni dopo che il Nasdaq Stock Exchange ha esteso la propria quota del London Stock Exchange al 25%.

Tra i componenti del Dow Jones, in buon progresso Boeing, Hewlett-Packard ed Exxon Mobil, quest’ultima forte dell’accelerazione del greggio. Sotto pressione, invece, il gigante dell’alluminio Alcoa, sceso di circa il 3%, vittima della volatilita’ del comparto dei metalli; giu’ anche Intel ed Home Depot.

Nel settore Internet, in evidenza Yahoo!, cresciuto di oltre tre punti percentuali, grazie ad un articolo positivo apparso sul settimanale finanziario Barron’s, che ne ha sottolineato il favorevole punto d’ingresso all’attuale livello di prezzo. A giocare a favore della societa’ e’ stato anche il restyling del relativo sito Web.

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Sul valutario, euro in rialzo rispetto al dollaro. Nel tardo pomeriggio di lunedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.2864. Nel comparto obbligazionario, in rialzo i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ scivolato al 5.036%: durante le contrattazioni lo yeld ha addirittura violato l’importante soglia psicologica del 5%.