Dopo il panico iniziale che aveva originato una nuova ondata di vendite sull’azionario spingendo al ribasso il Dow Jones di oltre 200 punti e il Nasdaq di ben 56 punti, i listini Usa sono riusciti a riprendere quota chiudendo la sessione con contenute perdite. L’indice industriale ha ceduto lo 0.28% a 12234, l’S&P500 lo 0.26% a 1403, il tecnologico Nasdaq e’ arretrato dello 0.49% a 2404.
A permettere il recupero dei listini subito dopo l’apertura e’ stato l’incoraggiante dato macro sull’ISM manifatturiero che nel mese di febbraio ha registrato una crescita a 52.3 punti, oltre le attese degli analisti (50) e in recupero dal calo dello scorso mese. Il fatto ha rincuorato temporaneamente gli investitori, ultimamente nervosi per i segnali di un brusco rallentamento economico a livello globale giunti da piu’ fronti.
A risvegliare l’ondata di vendite in avvio erano stati i commenti di alcuni broker relativi alle tensioni valutarie che hanno spinto lo yen ai massimi di 11 settimane nei confronti del dollaro (clicca su Target News) per via delle dichiarazioni del ministro del Tesoro giapponese sulle scelte di politica monetaria e di questioni relative al cosiddetto carry-trade (che permette di prendere in prestito yen a tassi molto vantaggiosi rinvestendoli in asset ad alto rendimento).
A contribuire alle vendite sono stati anche gli annunciati fallimenti di alcuni hedge funds e i rischi di default in alcune banche Usa che operano nel comparto dei mutui immobiliari. Hanno avuto un certo impatto anche le nuove dichiarazioni via satellite da Tokyo dell’ex presidente della Fed, Alan Greenspan, secondo cui una recessione negli Stati Uniti e’ possibile, non probabile, a causa dello sboom del mercato immobiliare.
Ed altri fattori hanno influito negativamente sui mercati (compresa la questione di un possibile taglio dei tassi da parte della Fed: leggi dettagli in Target News).
Ad un certo punto il New York Stock Exchange ha fatto addirittura scattare il blocco degli ordini automatici di vendita per limitare l’eccesso di ribasso. D’altronde i listini avevano violato i minimi dello scorso martedi’, in cui si verifico’ la prima ondata di vendite (per i dettagli sui valori di S&P500, Nasdaq Composite e Dow Jones Industrial Average che fungono da futuri supporti, clicca su Target News).
Il colpo di reni odierno potrebbe far pensare ad un rientro dell’allarme da sell-off ma gli esperti hanno pareri contrastanti a riguardo. Negli ultimi giorni si e’ assistito ad un flusso bidirezionale di denaro nel comparto azionario, in uscita (per salvaguardare i profitti della lunga corsa dei mercati iniziata nella seconda parte del 2006) ed in entrata (per speculare sui bruschi movimenti oscillatori traendo profitto).
La situazione resta dunque ancora molto incerta e’ sara’ interessante seguire l’atteggiamento degli operatori nella giornata di venerdi’ in vista del weekend.
Per il resto, sono risultati contrastati gli altri dati macro diffusi in giornata. A gennaio la spesa al consumo e’ cresciuta dello 0.5% in misura inferiore al reddito personale (+1%), accompagnata da un’impennata dei prezzi al consumo dello 0.3% che ha spinto il tasso annuale oltre il tetto massimo della fascia di tolleranza stabilita dalla Fed. Superiori alle attese le nuove richieste di sussidio da parte dei senza lavoro, cresciute di 7 mila unita’ a 358 mila, in calo dello 0.8%, invece, la spesa per le costruzioni.
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Per la cronaca societaria, in rosso i titoli dei comparti finanziario e bancario per via delle insolvenze legate ai mutui immobiliari di cui sopra. Male anche il comparto dei chip e dell’oro. In controtendenza il settore delle utilities ( che non dipende dai cicli economici) e quello dei servizi petroliferi.
Tra i singoli titoli, in rialzo il colosso della telefonia mobile Motorola ([[MOT]]) grazie alla proposta di acquisto da parte del raider Carl Icahn (intenzionato a comprare una quota di MOT pari a $2 miliardi).
Alcuni analisti hanno espresso commenti positivi sul colosso informatico Apple (per i dettagli visita la sezione Titoli Caldi
) spingendo l’azione in rialzo di oltre il 3%.
Sul piano delle fusioni ed acquisizioni societarie in evidenza l’accordo tra l’azienda software Oracle ([[ORCL]]) e Hyperion Solutions ([[HYSL]]). La societa’ pubblicitaria cinese Focus Media ([[FMCN]]) ha ottenuto il via libera per l’acquisto di Allyes Information Technology.
Subito dopo la chiusura dei mercati il colosso delle assicurazioni American International Group ([[AIG]]) e la societa’ informatica Dell ([[DELL]]) riporteranno i bilanci trimestrali.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico ha chiuso in lieve progresso il greggio. I futures con consegna aprile sono avanzato di 26 centesimi a $62 al barile. Sul valutario l’euro e’ risultato ancora in calo rispetto al dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.3186. L’oro e’ arretrato di $7.40 a $665.10 l’oncia. In leggero ribasso i titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.556% dal 4.55% di mercoledi’.