New York – Wall Street Stocks e’ riuscita in maniera significativa a ridurtre le perdite sul finale, aiutata dalle decisioni di politica monetaria della Fed. La banca centrale ha confermato con fermezza le misure di allentamento ordinario (i tassi restano incollati vicino allo zero) e straordinario (che rispondo al nome di QE2, ovvero quantitative easing).
Il Dow Jones ha perso l’1,15% a 11.855,42 punti, il Nasdaq l’1,25% a quota 2.667,33 e l’S&P 500 l’1,12% a quota 1.281,87. Il paniere dei trenta titoli a maggiore capitalizzazione ha ceduto oltre 100 punti (137), che si vanno ad aggiungere ai 51 persi ieri. Le blue chip che piu’ hanno pesato sulla seduta no sono state Intel, Cisco e Bank of America, mentre Chevron ha guadagnato terreno. S&P e Nasdaq hanno perso l’1% circa, dopo essere arrivati a cedere oltre il 2% (nel caso del paniere composito persino il 3%, tanto da arrivare su livelli inferiori a quelli in cui si trovava a inizio anno).
L’indice di volatilita’ Vix, misura attendibile della paura che aleggia sui mercati, e’ salito del 13$ a quota 24, dopo aver fatto un balzo fino ai 25 punti in apertura. Tutti i settori hanno chiuso in rosso con ifinanziari, tech e utility particolarmente presi di mira dai ribassisti.
Tornando alla decisione del Comitato di politica monetaria della Fed, le operazioni di acquisto di $600 miliardi di Treasury a lunga scadenza annunciate a novembre continueranno come previsto fino a giugno. L’obiettivo di Ben Bernanke e colleghi e continuare ad alimentare la ripresa dell’economia, che ha ancora un passo troppo lento, per un periodo prolungato di tempo. Questo mentre gli investitori sono innervositi dalla crisi nucleare che si e’ aperta in Giappone dopo che il paese e’ stato colpito dal quinto maggiore terremoto della storia.
La seduta e’ stata all’insegna delle vendite generallizzate sui mercati mondiali, tanto da spingere il New York Stocks Exchange a invocare stamattiba la Rule48, uno dei meccanismi studiati per frenare il flusso di vendite in apertura e l’eccesso di ribasso.
Per capire le dimensioni del sell off iniziato in Asia, basti pensare che non c’e’ stato un solo titolo tra i 225 della borsa di Tokyo ad aver chiuso sopra i livelli di parita’. Il crollo e’ stato del 10,6% dopo il 6,2% del giorno prima. In Europa le borse hanno accusato cali compresi tra il 2 e il 4%. A Francoforte e Parigi – le due piazze finanziarie piu’ colpite – quasi tutti i titoli quotati sul Dax e il Cac 40 hanno chiuso in rosso. Piazza Affari ha registrato una flessione del 2% circa.
Nemmeno i metalli preziosi e le materie prime sono stati richiesti, anzi. Gli investitori hanno preferito fare incetta di dollari nella prima parte di seduta. Si sono salvati soltanto i titoli di stato negli altri mercati. Il rendimento sul benchmark decennale ha toccato temporaneamente i minimi di tre mesi di 3,2%. L’indice delle commodity CRB ha ceduto oltre due punti percentuali.
La crisi nucleare giapponese si sta intensificando e aumenta la paura che il bilancio umano ed economico del devastante terremoto di venerdi’ scorso salga ancora. I livelli di radiazione nell’area di Fukushima sono nuovamente saliti (nove volte la norma), tanto da rendere sempre piu’ rischioso il lavoro dei tecnici all’interno della stanza di controllo dell’impianto. Per il momento – riferiscono le autorita’ giapponesi – il livello di emergenza e’ di 4 su 7 secondo la scala dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica dell’ONU. Ma per gli esperti francesi in materia il livello piu’ giusto e’ il 6: ovvero emergenza grave.
L’Aiea intanto ha confermato che 150 persone a rischio di contaminazione da radiazioni sono state sottoposte a controlli in Giappone e per 23 di loro sono state attuate procedure di decontaminazione. L’amministrazione cittadina di Tokyo conferma che il livello di radiazioni e’ pari a dieci volte il solito in citta’, ma non costituisce un pericolo per la salute. Circa 5 milioni di abitazioni sono rimaste senza energia. Ieri i casi di blackout per singoli appartamenti sono stati centinaia di migliaia.
Nei pressi del reattore 4 di Fukushima I, il livello di radiazione e’ pari a 100 millisievert, dicono i tecnici della TEPCO (i cui titoli sono crollati). Per sievert si intende l’unita’ di misura utilizzata per calcolare gli effetti biologici e i danni provocati dall’assorbimento di radiazioni da parte di un organismo. Il millisievert equivale a un millesimo di sievert.
In un video diffuso da Reuters si possono osservare le scosse sismiche che hanno colpito il Giappone da venerdi’.
E’ un po’ come se – riferiscono i trader – i mercati ci abbiano messo un paio di giorni per realizzare cosa veramente sta accadendo in Giappone e ora stanno iniziando a ‘prezzare’ la catastrofe.
In Giappone oggi si e’ verificata una terza esplosione alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi e un bel po’ di materiale radioattivo e’ stato rilasciato nell’atmosfera. Il primo ministro Naoto Kan ha parlato della possibilita’ di perdite “sostanziali”. La notizia ha innescato un selloff pesante alla borsa di Tokyo con l’indice Nikkei che e’ arrivato a perdere fino al 14% per poi chiudere a -10,6%. In due sedute i cali sono pari a quasi il -17%.
La crisi nucleare ha avuto un impatto anche sui singoli titoli Usa, con General Electric che e’ stata sottoposta a intense pressioni. La conglomerata industriale ha disegnato i reattori delle centrali giapponesi. Anche le societa’ minerarie attive nell’uranio, come Denison Mines e Uranium Energy, continuano a essere in pesante ribasso.
Sul fronte macro, oltre al comunicato di politica monetaria della Fed, l’attenzione si e’ concentrata sui indice Empire State che misura l’attivita’ manifatturiera dell’area di New York e’ salito per il quarto mese di fila.
Sugli altri mercati, i prezzi del petrolio continuano a retrocedere nonostante le notizie allarmanti provenienti dal Bahrein, dove il re oggi ha dato ordine alle forze armate del paese di intraprendere le misure necessarie per sedare le rivolte di matrice sciita. Secondo quanto riferito all’Associated Press da un funzionario di sicurezza, un soldato saudita e’ stato ucciso da un colpo di arma da fuoco partito da uno dei manifestanti delle forze di opposizione nel Regno dei Due Mari. Non e’ chiaro quanto questo evento avra’ un impatto sul livello di violenza che le proteste raggiungereanno. Il re del Bahrein ha appena dichiarato tre mesi di stato di emergenza nazionale e l’Iran ha condannato l’intraprendenza saudita nel paese vicinante.
I futures con scadenza aprile del greggio scambiano in flessione di $3,56 a $97,63 il barile. I contratti con scadenza aprile dell’oro arretrano dell’1,94% a $1.387 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro chiude sostanzialmente piatto sul dollaro, in area $1,3995. Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale vale il 3,323%, in ribasso di 2,4 punti base.