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Wall Street: leggi la sentenza che pesa sulle banche

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I finanziari mettono al tappeto Wall Street che, nonostante il rapporto del lavoro deludente era riuscita ad aprire la seduta sopra la parita’. A causare la flessione di quasi l’1% del settore e’ ancora una volta una vicenda legata a pratiche scorrette sui mutui. La Suprema Corte del Massachusettes ha rilanciato una sentenza (leggila qui) contro US Bancorp e Wells Fargo (il caso e’ Ibanez) per il modo in cui gli istituti hanno trasformato i mutui in altri prodotti finanziari. L’idea e’ che una simile decisione possa aprire la strada ad altre simili in tutto il comparto. Cio’ potrebbe portare a un numero sempre piu’ ampio di pignoramenti considerati impropri.

Gli operatori avevano appena digerito il rapporto del lavoro governativo relativo al mese di dicembre permettendo agli indici di risollevarsi: creati meno posti di lavoro del previsto (103 mila contro gli stimati 150 mila) ma disoccupazione ai minimi del maggio 2009(al 9,4% dal 9,8% di novembre).

C’e’ comunque un altro tema che non lascia indifferenti trader e strategist: il debito sovrano. Oggi a essere sotto i riflettori c’e’ quello americano, dopo la lettera del segretario al Tesoro Usa al nuovo Congresso. Geithner ha chiesto di alzare il tetto massimo sul debito pubblico che e’ arrivato in area $14.000 miliardi. Il limite attuale e’ a $14.300 miliardi e rischia di essere raggiunto entro la fine del trimestre. Nella lettera, afferma che senza azione il rischio è un default.

Su questo si e’ espresso anche il governatore della Fed Bernanke, che pero’ ha detto di non aspettarsi alcun fallimento di stati Usa e che nessuno mette in discussione la capacita’ degli Stati Uniti di ripagare il proprio debito.

Non si spegne la tensione sulla questione debiti europei. Cio’ e’ dimostrato dall’aumento degli spread tra i rendimenti Bund e quello degli altri titoli di stato ( quello tra Italia Germania e’ salito oltre quota 190). Stando ai dati sui credit default swaps nell’ultimo trimestre 2010 i PIGS sono risultati piu’ rischiosi dell’Iraq. In Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna costa di piu’ assicurarsi contro il loro eventuale fallimento.

In Europa le borse hanno chiuso in rosso, in alcuni casi non lontano dai minimi di giornata. Si segnala il dato sul Pil del terzo trimestre dell’Eurozona: +0,3% sui tre mesi prima e +1,9% sullo stesso periodo 2009. Eurostat aveva previsto un +0,4% in tre mesi. A soffrire di piu’ sono le banche. Il comparto sconta in generale la proposta dell’Unione europea che vuole che, più che il contribuente – com’è stato finora, siano i possessori di bond ad accollarsi il rischio di eventuali fallimenti delle banche emittenti.

Sugli altri mercati i futures sul petrolio con consegna febbraio salgono dello 0,62% a $88,93. Il derivato con scadenza febbraio dell’oro segna +0,10% a $1.373,10. Sul fronte valutario l’euro e’ in contrazione dello 0,62% a quota $1,2923. Quanto ai Treasury, il rendimento del decennale si trova al 3,3310% (a livello intraday era arrivato al 3,40%) dal 3,4190% di ieri.