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WALL STREET: LE TRIMESTRALI PER ORA NON BASTANO

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(WSI) NEW YORK – 20 GENNAIO – Indici in terreno negativo a meta’ seduta a Wall Street. La giornata in assenza di dati macroeconomici di rilievo e’ segnata dalle trimestrali rese note prima dell’apertura del mercato.

Tra i nomi piu’ importanti da segnalare: 3M (MMM – Nyse), Johnson & Johnson (JNJ – Nyse), Citigroup (C – Nyse), Bank One (ONE – Nyse), General Motors (GM – Nyse), United Tech. (UTX – Nyse).

Tutte hanno rispettato o battutto le attese degli analisti. Buone anche le prospettive segnalate dai mangement aziendali che hanno parlato di utili e fatturati in risalita. Il tono negativo e’ dovuto quindi ad una volonta’ degli investitori di prendere almeno parzialmente profitto dopo i forti rally della settimana passata.

A mercati chiusi saranno resi noti inoltre i risultati di: Advanced Micro (AMD – Nyse), Motorola (MOT – Nyse), PMC Sierra (PMCS – Nasdaq), RF Microdevice (RFMD – Nasdaq).

L’attesa per il discorso del Presidente Bush sullo stato dell’Unione di questa sera aumenta la cautela del mercato che preferisce non incrementare le posizioni sul comparto equity.

Negativi i settori biotech (BTK), semiconduttori (SOX) e retail (RLX). Sopra la parita’ invece il comparto oil (XOI), metalli preziosi (XAU) e software (GSO).

Alle ore 12.00 (18.00 italiane) al NYSE si contavano 1.647 titoli in rialzo contro 1.480 in ribasso, i massimi delle ultime 52 settimane erano 387 mentre si contava un solo minimo.

Al Nasdaq la situazione era di 1.593 rialzi contro 1.519 ribassi; 427 nuovi massimi contro 3 nuovi minimi.

Sul fronte valutario da segnalare il recupero dell’euro (XEU) che si riporta a ridosso di quota $1,26 contro il biglietto verde. Debole invece la moneta giapppnese che si avvantaggia di una politica monetaria della BoJ tesa a contrastare l’eccessivo apprezzamento dello yen (XJY).

Poco variati infine i titoli di Stato con la scadenza a 10 anni (TNX) ferma in area 4,01-4,04%. Secondo la ricerca mensile condotta dalla banca d’affari Merrill Lynch su un campione di 298 fund manager, il 61% (rispetto al 48% precedente) degli intervistati ritiene il comparto obbligazionario sopravvalutato a questo punto del ciclo economico. Le attese sono dunque di un graduale aumento dei rendimenti.