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Wall Street, la ripartenza L’economia americana va

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Partenza positiva per Wall Street, dove gli operatori tentano di costruire posizioni continuando cosi’ quanto osservato ieri sul finale della seduta, quando gli indici hanno di fatto recuperato gran parte delle flessioni della giornata. Il rimblazo dai minimi di ieri (Dow Jones sotto quota 10000 e S&P 500 ai minimi dell’anno) ammonta a circa +3.5% con la crescita degli indici in apertura oggi.

Dopo mezz’ora di contrattazione il Dow avanza dello 1.02% a 10146, il Nasdaq sale dell’1.78% a 2250 mentre l’S&P 500 segna +1.30% a 1088.

A portare ottimismo ha contribuito il dato sugli ordini di beni durevoli, ad aprile in rialzo del 2.9% (piu’ delle attese).

Effetto positivo, inoltre, lo ha avuto anche la notitizia che l’agenzia di rating Moody’s ha confermato il rating di tripla A sul credit rating di lungo termine degli Stati Uniti nonostante le casse governative si siano indebolite per aver sostenuto il sistema finanziario ed economico in generale.

Gli operatori sembrano inseguire dunque i rimbalzi in atto nelle piazze del Vecchio Continente, all’indomani di una seduta che a Wall Street e’ stata di acquisti concentrati sul finale della seduta e che hanno permesso al Dow (arrivato a perdere oltre 250 punti e lasciandone sul terreno alla fine solo 22) di riportarsi sopra la soglia psicologica dei 10000 punti.

Per quanto permangano gli ormai consueti timori sul debito dell’Eurozona, i trader a Wall Street inseguono le buone notizie che dimostrano come l’economia Usa sia in espansione. Dopo gli ordini di beni durevoli, alle 16:00 sara’ la volta delle vendite di nuove case (sempre ad aprile). Alle 16:30 verranno rese note le scorte settimanali di petrolio.

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Di crescita ha reso conto anche l’Ocse nel suo rapporto di primavera “Economic outlook”. Pur alzando le stime sulla crescita dell’economia globale – che per quest’anno dovrebbe attestarsi al 4.75% – l’organizzazione internazionale ha lanciato un avvertimento sulla crisi del debito, in particolare nell’Eurozona.

L’Ocse ha lanciato l’allarme anche sulla crescita impetuosa nei paesi emergenti che potrebbe anch’essa rappresentare un rischio per lo sbilanciamento globale. In ogni caso i 30 paesi industrializzati membri dell’ Ocse, quest’anno, dovrebbero far registrare una crescita del 2.70% e circa il 2.80% nel 2011, in miglioramento rispetto al 2.50% stimato nel novembre scorso.

L’Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo ha però aggiunto che gli squilibri mondiali, tra le cause della crisi economica in atto, potrebbero ripresentarsi ancora.

”La crescita e’ in atto nell’area Ocse – si legge nel rapporto dell’organizzazione con base a Parigi – con differenti velocita’ nelle diverse regioni del mondo e a un ritmo maggiore rispetto a quanto previsto nel precedente rapporto”. Ma ”i rischi per la ripresa globale potrebbero essere piu’ alti ora a causa della velocita’ e della magnitudine degli apporti di capitale nei paesi emergenti e l’instabilita’ dei mercati del debito sovrani”.

Intanto da Tokyo il numero uno della Fed Ben Bernanke ha difeso il ruolo delle banche centrali dall’ingerenza della politica. Il governatore della Federal Reserve non ha fornito spunti sull’andamento dell’economia globale o sulle prossime mosse di politica monetaria. Ha pero’ ricordato che il primo obiettivo di una banca centrale e’ tenere sotto controllo l’inflazione. A questo proposito ha definito rischioso cambiare il target al 2%.

Continua il viaggio del Tesoro Usa Timothy Geithner. Arrivato in Europa ha invocato un “approcio globale attentamente studiato” lasciando intendere di non aver ben visto le mosse unilaterali della Germania.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio riprendono quota. I futures con consegna luglio segnano un +$1.34 attestandosi a quota $70.09 al barile (+1.95%). Sul valutario la moneta unica si attesta a $1.2277 (-0.53%). L’oro ha segnato un +$12.80 attestandosi a $1210.80. Quanto ai Treasury, il rendimento sul benchmark decennale si trova al 3.2090% dal 3.17% di ieri.