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WALL STREET: LA FED SPINGE I LISTINI AMERICANI

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Dopo aver trattato sulla linea di parita’ per quasi l’intera giornata, gli indici americani hanno accelerato nelle ultime due ore di scambi, chiudendo la sessione in rialzo. Il Dow Jones e’ avanzato dello 0.52% a 10823, l’S&P500 dello 0.56% a 1267, il Nasdaq ha chiuso con un ribasso dello 0.18% a 2265. La spinta ai listini e’ arrivata dalla comunicazione della Federal Reserve sui tassi d’interesse, alzati di un quarto di punto percentuale, al 4.25%.

La decisione dell’aumento del costo del denaro era data per scontata dal mercato, ma erano elevati i dubbi sul tipo di linguaggio che il FOMC (il braccio operativo della Fed) avrebbe adottato per indicare il modo in cui intende procedere sulla via dei cambiamenti alla politica monetaria.

La Banca Centrale ha dichiarato che nonostante gli elevati costi energetici e i danni legati ai recenti uragani, l’espansione dell’attivita’ economica statunitense continua a rimanere solida. L’inflazione “core” appare sotto controllo e le previsioni sul lungo termine sono per pressioni inflazionistiche contenute.

E’ stato rimosso il termine “accomodative”, che descriveva il livello del costo del denaro, dal documento ufficiale che accompagna la decisione. Il fatto ha lasciato sperare a molti che la fine del ciclo rialzista sui fed funds, iniziato nel giugno 2004, potrebbe giungere prima del previsto. Immediata la reazione del mercato che ha gradito l’ipotesi scatenando gli acquisti sugli indici azionari.

Per quanto riguarda gli altri dati in calendario, e’ risultato leggermente inferiore al consensus l’aggiornamento sulle vendite al dettaglio di novembre. L’indicatore ha registrato un rialzo dello 0.3% contro le attese dello 0.4%. Escluso il settore auto, pero’, il dato e’ risultato in calo dello 0.3%.

Inferiore alle attese anche il dato sulle scorte di magazzino del mese di ottobre. L’indicatore e’ risultato in rialzo dello 0.3%; le attese erano per un aumento dello 0.5%.

Sul fronte societario, continua a rimanere sotto i riflettori la proposta di acquisto avanzata dal colosso energetico ConocoPhillips sul gigante del gas naturale Burlington Resources. Per rendere piu’ appetibile l’offerta, il valore e’ stato incrementato a $35.6 miliardi dai precedenti $30 mld proposti nella giornata di lunedi’.

Tra le societa’ che hanno riportato gli utili trimestrali, bene la banca d’affari Lehman Brothers, mentre ha deluso le attese la catena di negozi di elettronica Best Buy. Oltre a comunicare un EPS inferiore di due centesimi rispetto alle stime, l’azienda ha offerto un povero outlook per il prossimo anno fiscale. Il titolo ha ceduto quasi il 12%.

Tra i titoli del Dow Jones, si sono distinti in positivo Pfizer, dopo aver comunicato un aumento del dividendo trimestrale, Procter & Gamble, United Tech e McDonald’s. Bene anche Altria, il colosso del tabacco, che potrebbe beneficiare di un risvolto positivo in un caso goidizioario che potrebbe concludersi in settimana.

Sotto pressione, invece, IBM e Hewlett-Packard. Il primo e’ stato danneggiato dal downgrade ricevuto in giornata, il secondo e’ sconta le deludenti previsioni sul 2006 che potrebbero collocarsi ad un livello inferiore rispetto a quello indicato dagli analisti.

Nel comparto energetico, sostanzialmente invariato il petrolio. Il contratto futures con scadenza gennaio e’ avanzato di appena sette centesimi a quota $61.37. Nella seduta di lunedi’, le quotazioni sul greggio erano schizzate ai massimi di cinque settimane sulle dichiarazioni del presidente dell’OPEC che non ha escluso possibili tagli futuri della produzione una volta superate le rigide temperature invernali.

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Sugli altri mercati, l’euro si e’ rafforzato sul dollaro, Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.1957. Si arresta la corsa dell’oro, recentemente schizzato ai massimi di 24 anni. Il futures con scadenza febbraio ha chiuso a quota $524.10 all’oncia, in calo di $7.40.. In rialzo, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.55% dal 4.52% di lunedi’.

BORSA: NY ALLUNGA CON IPOTESI FED SU FINE STRETTA TASSI

13 Dicembre 2005 23:41 NEW YORK (ANSA) – Wall Street accelera nel finale e guadagna terreno dopo il responso della Federal Reserve che, pur alzando i tassi al 4,25%, ha aperto la prospettiva a una prossima fine della stretta monetaria: il Dow Jones sale dello 0,52%, a 10.823,72 punti, il Nasdaq dello 0,18%, a quota 2.265,00, mentre lo Standard & Poor’s 500 si porta a 1.267,43 punti (+0,56%). Dato per scontato dal mercato il rialzo dei Fed Fund, la novità emersa dal tradizionale comunicato è che l’attuale livello dei tassi d’interesse Usa non è più ‘accomodative’,tale cioé da favorire una politica espansiva. Il termine ‘accomodative’ compariva nei comunicati del Fomc da giugno 2002 e l’inversione di rotta apre alla prospettiva di arresto dei rialzi fin qui seguiti.

L’inflazione ‘core’ (al netto di petrolio e alimentari) è moderatamente sotto controllo, mentre ulteriori pressioni – secondo il board della Fed – potrebbero giungere dall’ulteriore incremento dei prezzi energetici. Quanto ai dati macroeoconomici, il dato sulle vendite al dettaglio a novembre si è rivelato più debole del previsto (+0,3% ) nonostante il calo dei prezzi petroliferi. E ora gli economisti mettono in conto un rallentamento dei consumi con ricadute negative sulla crescita economica Usa nel quarto trimestre.

A livello dei singoli titoli, da segnalare i ribassi della compagnia petrolifera ConocoPhillips – con perdite superiori del 4,98% a 58,20 dollari – dopo l’annuncio dell’acquisto di Burlington Resources per 36,5 miliardi di dollari, che, a sua volta, prende il volo e guadagna il 4,33%, a 86,07 dollari. Sotto pressione le azioni Hewlett-Packard, gruppo Usa leader nei computer e nelle stampanti, che cede il 3% (a 29,07 dollari) dopo che la società ha reso noto che si aspetta un giro d’affari nel 2006 di 89,5-91 miliardi di dollari, a fronte delle previsioni degli analisti di 90,9 miliardi. Pesante correzione per General Motors (-3,25% a 22,30 dollari) all’indomani della nuova bocciatura del rating da parte di Standard & Poor’s, che ha poi definito l’ ipotesi di bancarotta come una “possibilità non remota”.

In luce, invece, Procter & Gamble (+2,81% a 58,51 dollari), dopo aver rialzato la stima dell’utile per azione nel terzo trimestre dell’anno. Denaro anche su Altria, gigante Usa del tabacco, che sale del 2,1% a 74,03 dollari. La Corte suprema dell’Illinois farà sapere giovedì prossimo se respingere o meno una sentenza che potrebbe costare a Philip Morris Usa 10,1 miliardi di dollari. Si tratta di una decisione che rappresenterebbe una decisa inversione di tendenza, facendo decadere simili richieste di risarcimenti nei confronti delle case produttrici di tabacco.