Un rally che ha spinto i listini in rialzo di quasi il 7% in dicembre si e’ spento oggi, con i trader che hanno snobbato altri dati macro positivi e i consistenti incrementi delle vendite di auto registrati nel 2010 da General Motors e Ford. Gli indici principali di borsa hanno chiuso contrastati con il Dow che ha guadagnato lo 0,18%, mentre S&P e Nasdaq hanno perso rispettivamente lo 0,38% e lo 0,13%.
Gli investitori hanno inoltre ricevuto le informazioni sulle minute dell’ultima riunione di politica monetaria della Federal Reserve, il 14 dicembre. I funzionari della banca centrale hanno visto segnali di crescita economica, ma hanno anche ravvisato pericoli rappresentati dalla crisi del debito sovrano europeo e dai due soliti anelli deboli della catena economica americana del periodo post-recessione: immobiliare e occupazione.
Le indicazioni di ripresa – ha sottolineato sempre il comitato del FOMC – non sono pero’ sufficienti a spingere l’istituto a cancellare o apporre delle modifiche al piano straordinario di allentamento monetario che prevede l’acquisto di $600 miliardi di titoli di stato a lungo termine in piu’ tranche fino a giugno, il cui scopo e’ mantenere bassi i tassi di interesse e alimentare le spese e gli investimenti. Ci vorra’ ancora del tempo e nuovi dati positivi perche’ la Fed cambi opinione.
Gli inidici hanno aperto le contrattazioni in rialzo marginale, ma poi hanno perso quota nel corso della seduta, nonostante i dati migliori del previsto giunti sul fronte degli ordini alle fabbriche di novembre e delle vendite di auto delle tre case di Detroit, che ormai hanno una struttura a livello dei costi tale da permettergli di avere un business redditizio nel tempo.
General Motors ha riportato un incremento del 6,3% delle vendite rispetto all’anno prima, mentre Ford Motor ha annunciato una crescita del 15% nel 2010. Va comunque sottolineato che nonostante il miglioramento rispetto al 2009, il 2010 rimane il secondo anno peggiore di vendite per il settore automobilistico in quasi trent’anni.
Ieri il mercato ha iniziato il nuovo anno con il botto, con il Dow che ha chiuso ai massimi di due anni grazie alla pubblicazione di dati incoraggianti sul fronte macro, che hanno aumentato la fiducia degli investitori nell’economia. E dalla settimana prossima parte la stagione delle trimestrali con i conti del colosso dell’alluminio Alcoa.
Buone notizie sono arrivate dal settore finanziario: i maggiori istituti del paese stanno per trovare un accordo di massima sulle cause intentate contro di loro da alcuni Stati Usa riguardanti le pratiche maldestre e talvolta illecite con cui sono state eseguite le procedure di pignoramento.
I cinque gruppi bancari piu’ importanti d’America, tra cui Bank of America, JP Morgan e Citigroup, cercheranno di trovare un compromesso indivduale piuttosto che puntare a un patteggiamento generale. I dettagli dei potenziali accordi ancora non si conoscono, in particolare non si sa quanto costera’ alle banche, ma qualunque sia il numero, al mercato sicuramente piacera’.
Sugli altri mercati, industriali esclusi, le materie prime hanno chiuso in forte calo, penalizzate dalle prese di profitto dopo il rally del 2010. Nel comparto energetico, i futures sul petrolio con consegna febbraio hanno chiuso in ribasso del 2,4% a $89,38 il barile. Il derivato con scadenza febbraio dell’oro segna una flessione del 3,2% a quota $1.378,80 l’oncia, mentre l’argento cede il 3% circa. Sul fronte valutario nel tardo pomeriggio americano l’euro e’ in contrazione dello 0,47% a quota $1,3296. Quanto ai Treasury, il rendimento del decennale avanza di 0,4 punti base a quota 3,346%.