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WALL STREET: L’’EFFETTO SADDAM’ HA BREVE DURATA

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L’”effetto Saddam Hussein” non ha avuto lunga durata sui mercati americani. Dopo l’euforia iniziale seguita alla notizia della cattura del rais iracheno, tra gli operatori e’ prevalsa la cautela e i listini hanno chiuso la seduta contrastati.

La peggiore performance l’ha registrata il Nasdaq. L’indice hi-tech oggi ha ceduto l’1.58%% a 1918 punti. Il Dow Jones e’ arretrato dello 0.19% a 10.022 e l’S&P500 dello 0.56% a quota 1068.

La cattura dell’ex dittatore iracheno, secondo gli esperti, è un elemento positivo per i mercati, ma non cancella le minacce del terrorismo internazionale ne’ elimina le tensioni in medioriente.

Sulle cause della debole performance dei listini, i trader citano inoltre le vendite degli investitori istituzionali, che iniziano a incassare i profitti con l’avvicinarsi della fine dell’anno.

Intanto le notizie dal fronte economico confermano che la ripresa continua a rafforzarsi. Nel mese di dicembre il NY Empire State Index, l’indicatore che misura l’attivita’ manifatturiera dell’area di New York, e` sceso a quota 37.4 dal livello record di novembre (40.1), ma e’ risultato superiore alle aspettative del mercato (35 punti). Per l’indice si tratta dell’ottavo mese consecutivo di crescita.

Delle trenta societa’ che compongono il Dow Jones la maggiore perdita l’ha registrata Wal-Mart, che ha chiuso la seduta con un calo del 3.35%: il colosso retail ha annunciato che le vendite della stagione natalizia stanno procedendo nella fascia bassa del range stimato.

Pesante anche la perdita di Intel (-2%), che ha trascinato al ribasso l’intero comparto dei chip nonostante l’upgrade di SG Cowen su Texas Instruments, National Semiconductor e Cypress Semiconductor.

Otto compongonti del Dow Jones nell’intraday si sono spinte ai massimi di 52 settimane. Le societa’ sono Caterpillar, Coca-Cola, Honeywell, 3M, United Technologies, United Technologies, International Paper, General Motors e Honeywell. Le ultime quattro hanno pero’ chiuso in rosso.

Sugli altri mercati, e’ proseguita la discesa del dollaro nei confronti dell’euro. Nel tardo pomeriggio a New York il cambio tra le due valute e’ al nuovo massimo di 1.2305.

In lieve calo anche i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ al 4.275% contro il 4.242% della chiusura di venerdi’. In ribasso, inoltre, il prezzo dell’oro, sceso di $0.50 a $408.70 all’oncia (prezzo spot).

Il petrolio, infine, ha chiuso la seduta con un lieve incremento rispetto a venerdi’, a $33,18 al barile. La cattura di Saddam e’ un’eccellente notizia per l’industria petrolifera irachena nel lungo termine, e a un certo punto dovrebbe tradursi in un calo dei prezzi. Ma nel breve periodo l’impatto e’ modesto perche’ e’ la crescita della domanda a spingere la quotazione del greggio. Gli operatori prevedono inoltre che l’Opec cerchera’ di difendere i prezzi del petrolio.