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WALL STREET INVERTE ROTTA E FINISCE IN ROSSO

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I listini americani non sono stati in grado di mantenere i guadagni registrati nell’arco della seduta, invertendo in territorio negativo nell’ultima ora di scambi. Il Dow Jones ha chiuso sotto la soglia psicologica degli 11000 punti a 10930 in calo dello 0.65%, l’S&P500 dello 0.61% a 1256, il Nasdaq ha ceduto lo 0.51% a 2151.

A mantenere alta l’incertezza e la volatilita’ dei mercati e’ l’outlook su economia e tassi d’interesse. Gli operatori continuano a valutare le ultime dichiarazioni del presidente della Fed, Ben Bernake, che hanno confermato un rallentamento dell’attivita economica statunitense ed un’accelerazione delle pressioni inflazionistiche. Nel tentativo di combattere il caro-vita, la Banca Centrale sembra intenzionata ad estendere il ciclo rialzista sui tassi, lasciando aperte le porte a nuovi aumenti del costo del denaro.

Dal giugno 2004 ad oggi, la Fed ha ritoccato al rialzo i fed funds ben sedici volte consecutive, portandoli al 5.00%; un nuovo aumento di un quarto di punto percentuale nel meeting di fine giugno li porterebbe al 5.25%. L’ultima decisione e’ avvenuta lo scorso 10 maggio, data che segnala l’inizio di un movimento ribassista sull’azionario. In poco meno di un mese, il Dow Jones ha ceduto il 5.5%, l’S&P500 il 4.5%, il Nasdaq e’ arretrato del 6.8%.

Nelle contrattazioni odierne, neanche il sostenuto calo del greggio e’ stato sufficiente a far terminare i listini in territorio positivo. Grazie ad un aumento delle scorte settimanali di petrolio, benzina e prodotti distillati, i futures con scadenza luglio sono arretrati di $1.68 a quota $70.82 al barile. Ad intensificare le vendite sul comparto e’ stata anche l’apparente distensione sulla vicenda nucleare grazie agli incentivi offerti dall’Unione Europea all’Iran per l’interruzione del programma di arricchimento di uranio.

In un intervento al Senato, il Grande Maestro Alan Greenspan, ex presidente della Federal Reserve, discutendo sul settore energetico ha dichiarato che gli elevati prezzi petroliferi non hanno ancora manifestato evidenti segnali di erosione dell’economia, sottolineando che a guidare al rialzo il prezzo del greggio e’ stato, in gran parte, il lavoro degli speculatori.

Nel comparto societario, i titoli del Dow Jones che hanno realizzato le maggiori perdite sono stati Exxon Mobil, Caterpillar, Intel e Du Pont, quest’ultimo penalizzato da un downgrade. Gli analisti di Deutsche Bank hanno emesso commenti negativi sull’intero comparto chimico come risultato di un possibile rallentamento economico.

Il colosso informatico Intel e’ scivolato ai minimi di tre anni di $17.37. La societa’ e’ impegnata nella vendita del sofferente business dei chip diretti al comparto delle comunicazioni: le preoccupazioni degli analisti sono da imputare al fatto che l’uscita da tale segmento lascerebbe il gruppo attivo esclusivamente sul gia’ maturo mercato dei personal computer.

Le migliori performance all’interno dell’indice industriale sono state registrate da Boeing, Merck e Pfizer. In un intervento in una nota trasmissione finanziaria americana, il CEO del colosso farmaceutico (PFE) ha annunciato che la societa’ ha ricevuto numerose offerte per la rilevazione delle business dei prodotti di consumo.

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Sugli altri mercati, in leggero calo l’oro. I futures con consegna agosto sono arretrati di $2.10 a $632.60 all’oncia. Sul valutario, l’euro ha esteso le perdite rispetto al dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.2792. In ribasso, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 5.026% dal 5.006% di martedi’.